Roma, 31 maggio 2023 – Con l’arrivo della primavera ha decisamente spiccato il volo, fino ad assestarsi oltre i livelli pre-pandemia: lo scorso mese di aprile, infatti, il traffico aeroportuale italiano ha finalmente superato del 2,5% i volumi del 2019, totalizzando 16,5 milioni di passeggeri transitati. L’ottimismo era nell’aria da qualche mese: alla chiusura del consuntivo 2022, avvenuta lo scorso febbraio, Assaeroporti (Associazione italiana gestori aeroporti) aveva già messo in evidenza la netta ripresa delineatasi nel 2022, anno in cui il traffico aeroportuale aveva raggiunto il livello dell’85% rispetto al 2019, con 164,6 milioni di passeggeri transitati. Il dato totale rappresenta più del doppio dei passeggeri del 2021: allora, gli effetti della pandemia avevano fatto precipitare a poco più di 80 milioni il numero di persone che aveva preso l'aereo.
I numeri nel dettaglio
A trascinare verso l’ottimo risultato – ancor più lusinghiero, se si pensa che il 2019 era stato archiviato come un anno di traffico record - è stato, in particolare, il segmento internazionale: con 10,7 milioni di passeggeri (oltre due terzi del totale), è cresciuto del 30% rispetto al 2022 e ha sostanzialmente raggiunto i livelli pre-pandemia (-1,6%). Degno di nota è anche il dato del traffico nazionale: con 5,8 milioni di viaggiatori, ha oltrepassato dell’11% i volumi del 2019. Vicino ai risultati pre-Covid anche il traffico registrato nel primo quadrimestre del 2023: complessivamente, i passeggeri hanno toccato quota 52,3 milioni, ovvero il 97,6% dei livelli del 2019.
La prossima sfida: diventare 'green' e digitali
“Il risultato raggiunto dagli aeroporti italiani nel mese di aprile è un’ottima notizia e conferma la resilienza del settore” ha commentato Carlo Borgomeo, presidente di Assaeroporti. “Ci auguriamo che gli anni terribili del Covid siano ormai alle spalle e che il comparto sia sempre più centrale nelle politiche di sviluppo del nostro Paese”.
La sfida che attende il settore, ora, consiste nell'accelerare la transizione verso un minor impatto ambientale e una maggior digitalizzazione del trasporto aereo. Quanto alla sostenibilità dei voli aerei - un argomento all’ordine del giorno in vista degli obiettivi di ‘carbon neutrality’ fissati per il 2030 - lo studio recentemente realizzato per Assareoporti dal centro di ricerca Iccsai dell’università di Bergamo attesta che gli interventi pianificati dai gestori aeroportuali consentiranno di abbattere oltre 58 mila tonnellate (58.281) di Co2 all’anno. Per ogni tonnellata risparmiata è necessario investire 649 euro. Gli scali aeroportuali contribuiscono solo per il 5% alle emissioni totali del settore aereo in Italia, ma hanno un ruolo centrale nel promuovere azioni sostenibili da parte degli altri soggetti che operano e gravitano attorno al comparto.
Per quel che riguarda il grado di maturità digitale degli aeroporti, il rapporto ha dimostrato come oggi gli scali italiani godano già di un livello medio-alto di digitalizzazione, che si riscontra soprattutto nei servizi forniti al passeggero per garantire una migliore esperienza di viaggio. Su tali servizi la percentuale di aeroporti con maturità digitale oltre il livello medio è pari, infatti, al 38%. Inoltre, gli interventi pianificati e in corso saranno finalizzati a incentivare la digitalizzazione degli scali e l’effetto più evidente dovrebbe riguardare le attività e le tecnologie per la gestione delle operazioni.