Giovedì 19 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Ecco quanto guadagneranno i manager degli enti pubblici con il tetto in Manovra

Le indennità dei delle figure apicali di enti pubblici, fondazioni, società non quotate non potranno superare quella del presidente del consiglio e dei ministri

Roma, 16 ottobre 2024 – Un taglio agli stipendi dei manager pubblici. Lo ha annunciato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti nel corso della conferenza stampa di presentazione della Manovre finanziaria approvata ieri sera in Consiglio dei Ministri.

La busta paga
In Manovra è stato inserito un tetto agli stipendi dei manager pubblici

"Ci sarà un taglio delle indennità dei manager delle partecipate: sarà equiparata a quella del presidente del consiglio e dei ministri”. ha detto Giorgetti.

In sostanza questi manager non potranno guadagnare di più di quanto riceve attualmente il presidente del consiglio o un ministro.

La legge di Bilancio prevede dunque una stretta sui compensi dei manager di enti pubblici, fondazioni, società non quotate. Questi manager non potranno guadagnare più del presidente del Consiglio, quindi all'incirca 80mila euro.

Approfondisci:

Corruzione, maxi inchiesta a Roma. Arrestato il direttore di Sogei. Nei guai l’uomo di Musk in Italia

Corruzione, maxi inchiesta a Roma. Arrestato il direttore di Sogei. Nei guai l’uomo di Musk in Italia

"Anche tutto l'universo di quelli che sono enti, soggetti, fondazioni a vario titolo che non sono esattamente figlie dei ministeri ma che ricevono contributi a carico dello Stato, saranno chiamate a rispettare alcune regole elementari di buona finanza. Quindi chi riceve contributi dallo Stato ad esempio, siccome è una delle cose che è circolata, gli organi di vertice in termini omnicomprensivi anche rispetto a vari compensi che possono percepire all'interno di quell'ente a vario titolo su società partecipate o altro, avranno un tetto che abbiamo ritenuto ragionevole ed equo situare a livello dell'indennità percepita dal Presidente del Consiglio e dai Ministri”, ha detto Giorgetti aggiungendo: “Ovviamente, non c'è soltanto questo, oltre a altre misure di razionalizzazione e di buon uso del denaro pubblico sulle spese di rappresentanza e via dicendo. Questo significa che noi immaginiamo che può darsi qualcuno possa a rinunciare anche al contributo pubblico e decidere autonomamente cosa fare. Qualcun altro invece continuerà a richiedere il contributo pubblico ma si dovrà adeguare. I collegi di revisione dei conti, gli ispettori della ragioneria sono chiamati a far rispettare questa norma”.