Giovedì 24 Ottobre 2024
BRUNO ANTONIO MIRANTE
Economia

Non solo manager pubblici, tagli anche agli stipendi negli enti privati: ecco per chi

Anche le società che ricevono contributi pubblici si dovranno uniformare al tetto delle indennità previsto nella Manovra economica

Roma, 22 ottobre 2024 – Parole d'ordine "tagli alla spesa" e "sacrifici" per tutti, a comunicare dai grandi manager. In attesa dell'arrivo della legge di Bilancio in Parlamento sono diverse le norme che si stanno perfezionando in queste ore, tra queste spicca quella relativa al limite onnicomprensivo (da 240mila a 160mila euro lordi annui) per i compensi dei manager di enti pubblici e privati che ricevono contributi dello Stato.

Arretrati in busta paga (Ansa)
La manovra prevede un tetto allo stipendio di manager pubblici e di enti privati che ricevono contributi pubblici

Attualmente al vaglio dei ministeri competenti la norma dovrebbe interessare tutta la pubblica amministrazione e tutti i soggetti giuridici che ricevono fondi statali, sebbene si attenda la definizione del perimetro della platea: sicuramente escluse dai tagli solo le società quotate (come Fs, Anas, Cdp), e la Stretto di Messina spa, che gode di una deroga specifica introdotta nel 2023.

L’iter della manovra

Dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri la manovra è attesa a Montecitorio. I tecnici sono ancora al lavoro per mettere a punto gli ultimi dettagli anche se l’approdo alla Camera non dovrebbe protrarsi oltre mercoledì, dopo il passaggio al Quirinale.

Cosa prevede la norma

La stretta sul tetto agli stipendi (da 240mila a 160mila euro lordi annui) dei manager di enti pubblici e privati che ricevono contributi dello Stato dovrebbe essere confermata in manovra, ma non è ancora chiaro con quale perimetro. La legge di bilancio dovrebbe introdurre un tetto che fissa l'asticella dei compensi al livello dell'indennità del presidente del Consiglio e dei ministri, che ammonta a circa 160mila euro (80mila netti). Una norma "di buonsenso", secondo la premier Giorgia Meloni. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti l'ha definita una misura di "buon uso del denaro pubblico". Il tetto attuale per i manager pubblici è di 240 mila euro, di poco aumentati per consentire i rinnovi contrattuali, ed è equiparato all’indennità del presidente della Repubblica.

Tagli anche gli enti privati con contributi pubblici

Giorgetti ha confermato in conferenza stampa: "Anche tutto l'universo di quelli che sono enti, soggetti, fondazioni che non sono esattamente figlie dei ministeri ma ricevono contributi a carico dello Stato saranno chiamate a rispettare alcune regole elementari di buona finanza". La stretta si tradurrà in un abbassamento del tetto per i compensi degli organi di vertice dagli attuali 240mila euro previsto per i manager pubblici al livello "ragionevole ed equo" dell'indennità percepita dalla presidente del Consiglio e dei ministri. Gli stipendi da considerare, precisa il ministro, saranno "omnicomprensivi", inclusi quindi anche tutti i vari compensi che si possono percepire all'interno dell'ente a vario titolo, come gettoni o diarie.