Sabato 27 Luglio 2024

Tesla vuole costruire furgoni elettrici in Italia? Cosa sappiamo. Stellantis: 2.500 esuberi

Le ultime indiscrezioni: trattative in fase avanzata con Musk per aprire un sito al Sud. Il governo cerca di “strappare un grande investimento” o punta a “scuotere Stellantis, prospettando una scomoda concorrenza”

Elon Musk, Ceo di Tesla (Ansa)

Elon Musk, Ceo di Tesla (Ansa)

Roma, 26 marzo 20224 – Tesla potrebbe aprire un sito produttivo in Italia. Secondo Il Sole 24 ore, ci sono trattative in corso dall’estate tra l’azienda automobilistica di Elon Musk e il governo italiano. L’obiettivo non sono auto ma camion e furgoni elettrici, di cui ancora non esiste una linea di produzione. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy avrebbe contatti con diversi rappresentanti internazionali dell’automotive  – in primis i cinesi Byd, Great Wall Motors e Chery Automobile per il settore elettrico –. Si cerca un secondo produttore dopo Stellantis. Al momento l’ipotesi più concreta sarebbe proprio quella di Tesla: la trattativa è in una fase avanzata – sottolinea il quotidiano economico – e ha subito un’accelerata nell’ultimo mese, tanto che i falchi di Musk avrebbero già effettuato dei sopralluoghi su aree industriali papabili al Sud, su proposta del Mimit. Sulla scia dei buon rapporti tra Giorgia Meloni ed Elon Musk il governo ha l’obiettivo di “strappare un grande investimento in Italia”, scrive Il Sole, o “quantomeno di scuotere il dialogo con Stellantis prospettando al gruppo guidato da Carlos Tavares una scomoda concorrenza in Italia”. 

Il 2 aprile inizieranno gli incontri del governo sul futuro degli stabilimenti Stellantis in Italia. L’obiettivo del ministero è produrre 1,3 veicoli in Italia, di cui 1 milioni negli impianti Stellantis e 300 mila in quelli del nuovo produttore. 

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Se Tavares paventa il rischio di frammentazione del mercato con un nuovo costruttore, per il ministro delle Imprese Adolfo Urso, la monoproduzione italiana è un’anomalia negativa “in uno scenario che vede ad esempio la Germania con sei produttori di auto (più uno per i furgoni), la Francia con 4, la Spagna con 7, la Repubblica Ceca con 3, l’Ungheria con 4 destinati ad arrivare a 5 con Byd”. In particolare un secondo produttore garantirebbe la tenuta del settore componentistica, “già fortemente provata dalla riduzione dei componenti nei modelli elettrici rispetto a quelli con motore termico”.

Intanto, riferisce la FIOM, sigla sindacale della Cgil nel settore metalmeccanico, Stellantis ha comunicato un piano da "2.510 esuberi” nei tre stabilimenti di Mirafiori, Cassino e Pratola Serra. Così suddivisi. Torino 1.560, Cassino 850 (di cui 300 in trasferta a Pomigliano) e Pratola Serra 100 esuberi. L'accordo sindacale sulle uscite incentivate in Stellantis, non è stato firmato dalla Fiom, perché le uscite “non sono compensate dall'assunzione di giovani che darebbero un'importante prospettiva per il futuro”. Secondo la categoria Cgil sono "un macigno sul piano di incontri convocati dal ministro Adolfo Urso del Mimit" con i sindacati, le Regioni e le imprese. La situazione negli stabilimenti di Stellantis in Italia, continua quindi la Fiom, "è in netto peggioramento: a Mirafiori continua l'utilizzo degli ammortizzatori sociali con la cassa integrazione sulla 500 Bev e il contratto di solidarietà sulla linea della Maserati e in tutti gli altri siti aumenta la cassa integrazione per le lavoratrici e i lavoratori".