Sabato 19 Aprile 2025
ANTONIO TROISE
Economia

Terre rare, risorse decisive per le industrie: “Interi settori rischiano la paralisi”

L’economista Mazziero: “Già nel 2016 Pechino bloccò l’export di Terre rare. Ora ne controlla il 90%”

Terre rare, risorse decisive per le industrie: “Interi settori rischiano la paralisi”

Roma, 15 aprile 2025 –  Nella guerra commerciale avviata da Trump è la Cina ad avere il coltello dalla parte del manico, quantomeno perché controlla il 90% delle Terre rare, essenziali per le due grandi transizioni del ventunesimo secolo: quella digitale e quella ambientale. Maurizio Mazziero, uno dei più grandi esperti italiani di materie prime, ha scritto insieme con Paolo Gila un testo dal titolo quasi profetico: Le mappe del tesoro. La geopolitica delle materie prime.

Maurizio Mazziero
Maurizio Mazziero

La Cina ha annunciato di voler bloccare l’export di Terre rare. Che cosa succederà sul mercato americano?

“Per la verità, già nel 2016 il presidente cinese Xi Jinping decise di bloccare l’esportazione delle terre rare negli Usa proprio come reazione ai dazi imposti da Trump. Tuttavia, in quel periodo, le conseguenze più gravi non furono tanto sui metalli, ma sulla soia. Pechino, infatti, per un anno e mezzo non acquistò più dagli Stati Uniti ma dal Brasile, con due effetti micidiali: mise in ginocchio i produttori americani, costringendo il governo a concedere circa 28 miliardi di sussidi, e creò problemi al Brasile, facendo aumentare i prezzi”.

Quindi, Trump sta sbagliando ancora?

“Il vero tema è che oggi Pechino controlla il 90% delle Terre rare e ha un predominio assoluto. Non solo è tra i più grandi estrattori, ma è anche il principale raffinatore. Non a caso, gli Usa producono terre rare ma le mandano a raffinare in Cina”.

Che cosa rischia l’industria americana?

“Rischia moltissimo, perché le terre rare sono componenti fondamentali nei sistemi di difesa, nella produzione di droni, missili, sistemi di puntamento. Interi settori industriali rischiano la paralisi. Paradossalmente, la Cina potrebbe combattere la guerra dei dazi senza ricorrere ai controdazi ma semplicemente decidendo l’embargo su alcuni prodotti”.

Terre rare, la mappa delle riserve mondiali
Terre rare, la mappa delle riserve mondiali

Dalla battaglia dei dazi a quella delle materie prime: chi vincerà?

“Diciamo che i cinesi hanno il coltello dalla parte del manico. Dipenderà da come e quando vorranno agire”.

Ci saranno effetti anche in Europa?

“In questo momento Pechino ha una visione pragmatica e di lungo termine. Non mi sembra che voglia compromettere il suo rapporto con Bruxelles; anzi, sta cercando di sottrarre l’Ue dall’influenza americana”.

Però ieri il presidente americano ha minacciato di bloccare l’export di semiconduttori. Forse ha ancora qualche arma a sua disposizione.

“Non è proprio così. Già oggi i semiconduttori ad alto valore aggiunto non vengono più esportati in Cina, che li sta costruendo per conto suo. Il vero tema riguarda Taiwan, dove ha sede la TSMC, multinazionale che produce l’80% dei semiconduttori a livello mondiale. L’azienda ha deciso di investire 100 miliardi di dollari per creare uno stabilimento negli Usa. Quando sarà attivo, gli americani potrebbero anche decidere di abbandonare Taiwan al suo destino, come hanno già fatto con l’Afghanistan. E a questo punto la Cina potrebbe andare all’incasso conquistando Taiwan, assicurandosi anche uno sbocco sul Pacifico. Non è escluso che tutto questo possa essere oggetto di negoziazione già oggi nelle segrete stanze”.

Come dovrebbe difendersi l’Europa?

“Dovrebbe giocare d’astuzia, strizzare l’occhio alla Cina per poi sfruttare i timori degli Stati Uniti e arrivare a un accordo nel segno della difesa dell’asse atlantico, senza però essere subalterna. Nello stesso tempo, occorre diventare sempre più indipendenti nella produzione di terre rare. Questo significa riaprire le miniere che sono state chiuse in passato, soprattutto per motivi ambientali. Infine, l’Europa dovrebbe diventare un grande negoziatore internazionale, stringendo accordi sia con i Paesi del Mercosur sia con l’India, sapendo anche che, una volta terminata la guerra in Ucraina, riprenderanno anche gli scambi con la Russia”.