Martedì 16 Luglio 2024
ANTONIO PETRUCCI
Economia

Non solo Taylor Swift, il fenomeno del secondary ticket: un affare da 2,5 milioni l’anno

I bagarini mettono in vendita biglietti a prezzi folli, sfruttando la passione di chi è pronto a qualsiasi sacrificio economico pur di assistere agli spettacoli più attesi

C’è chi dorme in tenda nei pressi di San Siro da 4 giorni, e chi è pronto a qualunque sacrificio economico per vedere la propria beniamina. Molti arrivano da ogni angolo d’Italia, per godersi lo spettacolo di Taylor Swift, una cantautrice in grado di incidere persino sul Pil americano. Anche in Italia, le due date previste a San Siro sabato e domenica, stando a European Cities Marketing, genereranno non meno di 42 milioni di euro per l’economia locale, fra taxi, ristoranti, bar e strutture ricettive, oltre alla rivendite di gadget e cibo nei chioschi antistanti lo stadio. Ma c’è un indotto che certe statistiche non considerano, frutto di attività illecita o, meglio, della illecita deviazione di un’attività di per sé non vietata: la rivendita dei biglietti.

Taylor Swift
Taylor Swift

Secondary ticketing, un giro d’affari da 2.5 milioni l’anno

Il secondary ticketing, infatti, non è illegale, è infatti possibile per mille ragioni che il proprietario di un biglietto di un avvenimento sportivo o culturale sia impossibilitato a prendervi parte. Ma ciò che rende l’attività non corretta è l’indebito guadagno che se ne fa. Il giro di affari dell’ultimo anno di questo fenomeno, è stato pari a 2,5 milioni di euro e ha coinvolto 26 rivenditori seriali. In totale sono stati acquistati 15mila biglietti di 278 concerti, al solo scopo di rivenderli a prezzi gonfiati. L’immediato sold out del tour italiano dei Coldplay, e la conseguente rivendita dei biglietti su canali non autorizzati a prezzi maggiorati, fecero partire a settembre le indagini congiunte di Agcom e Guardia di Finanza, che portarono all’arresto, il 20 giugno 2023, il giorno prima dell’esordio a Napoli del gruppo inglese, di alcuni rivenditori.

Ma quasi nessun grande artista arrivato in Italia è stato involontario protagonista di questa odiosa pratica, da Bruce Springsteen agli U2, a Taylor Swift. Alcuni "Swifties" che hanno cercato disperatamente di vedere in azione la propria beniamina, sono stati ingannati fino a 260 euro da truffatori che vendevano biglietti falsi, approfittando del panico dell'ultimo minuto.

È infatti questo il principale rischio: non solo quello di pagare un biglietto più del prezzo ufficiale, ma anche quello di trovarsi fra le mani un falso. In una nota, la banca Revolut ha ricordato agli utenti di fare attenzione quando i venditori richiedono di concludere rapidamente l’affare, usando profili con poche interazioni, privati e dunque palesemente fake. Ad oggi, l’aumento delle truffe sui biglietti della star è salito dell’87%, e l’importo medio rubato è di 208 euro, con picchi di 260. Le principali vittime sono i giovani, e il canale più usato resta Facebook.

Alcune delle tattiche dei truffatori

Revolut mette in guardia gli Swifties italiani ancora alla ricerca di un biglietto riguardo ad alcune delle tattiche più comuni utilizzate dai truffatori: l’impossibilità di incontrarsi di persona, in quanto non vivono mai nella stessa città in cui si svolge il concerto, ma preferiscono concludere l'affare online invece di incontrare l'acquirente di persona o presso la sede del concerto; l’utilizzo di ambienti meno controllati per truffare le vittime, come siti non ufficiali o marketplace sui social media, dove non esistono verifiche; i prezzi troppo bassi o comunque non elevatissimi, che rendono possibile l’acquisto e fanno pensare all’affare. Secondo i dati di Revolut, le truffe legate agli acquisti rimangono la tipologia di truffa più popolare a livello globale, costituendo il 63% di tutte le truffe segnalate nel 2023.

Le contromisure del governo

In Italia è in vigore la legge Battelli dal 2018, che ha introdotto l’obbligo di inserire nome e cognome dell’acquirente sui biglietti. Secondo l’Agcom, questo provvedimento pone un freno al secondary ticketing, specie per quello online. Intanto lo scorso anno è stata lanciata l’iniziativa #bigliettogiusto proprio per avvertire e sensibilizzare le persone sul rischio truffe legato all’acquisto di biglietti di partite e concerti. Inoltre sono sempre molto attive su internet le indagini della Guardia di Finanza, volte all’individuazione di persone che svolgono ormai con regolarità questa pratica, arrivando persino ad hackerare i siti di vendita, in modo da comprare un elevato numero di biglietti, attendere il sold out dell’evento, e poi cominciare a piazzare i biglietti comprati a prezzi elevati e anche a vendere più volte lo stesso biglietto, truffando fan e appassionati.

‘Il bagarinaggio aziendale’

Vi è infine un altro fenomeno di bagarinaggio, ma questa volta potremmo definirlo ‘aziendale’. È quello a cui ha preso parte, almeno stando alla sentenza dei giudici del Consiglio di Stato, la società svizzera Viagogo, operante nella rivendita di biglietti. Le motivazioni che hanno portato alla multa dell’azienda elvetica, parlano della responsabilità di aver consentito la rivendita a prezzi maggiorati di biglietti acquistati in massa da gruppi organizzati o da software. La sentenza passata in giudicato costringe Viagogo a pagare una multa di 3.7 milioni allo Stato italiano, ma vi sono altre multe comminate dall’Agcom, e alle quali Viagogo si è opposta. Dovessero essere confermate, il totale sarebbe pari a oltre 40 milioni di euro.