Venerdì 19 Luglio 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Taxi, la Corte costituzionale contro i blocchi delle licenze. “Norma danneggia gravemente i cittadini e il Paese”

Netta presa di posizione della Consulta sul divieto di rilasciare nuove autorizzazioni per il servizio di noleggio con conducente. “Barriera all’ingresso ha compromesso la possibilità di incrementare la già carente offerta”

Taxi, sentenza della Consulta contro i blocchi delle licenze

Taxi, sentenza della Consulta contro i blocchi delle licenze

Roma, 19 luglio 2024 – La Consulta scende in campo contro le limitazioni alle licenze per Ncc e, dunque, entra direttamente nella contesa che vede da anni contrapposti tassisti e società di noleggio con conducente. Una contesa della quale fanno le spese quotidianamente milioni di italiani costretti a fare i conti con interminabili file nei punti di fermata degli introvabili taxi. O a fare i conti con estenuanti attese per chiamate via app o via telefono.

Ora, però, si muovono anche i giudici costituzionali. Con una posizione netta contro le limitazioni del servizio: il divieto di rilasciare nuove autorizzazioni per il servizio di noleggio con conducente (NCC) sino alla piena operatività del registro informatico nazionale delle imprese titolari di licenza taxi e di autorizzazione NCC ha consentito, per oltre cinque anni, “all’autorità amministrativa di alzare una barriera all’ngresso dei nuovi operatori”, compromettendo gravemente “la possibilità di incrementare la già carente offerta degli autoservizi pubblici non di linea”.

È quanto si legge nella sentenza n.137, depositata oggi, con cui la Corte costituzionale, accogliendo le questioni che aveva sollevato davanti a sé, ha dichiarato illegittimo l’articolo del decreto-legge n. 135 del 2018, che poneva restrizioni alle nuove licenze. Ebbene, al di là dei passaggi più tecnici relativi al registro e alla sua istituzione, per spiegare la decisione, vale la pena sottolineare come i giudici sostengano che è rimasta del tutto inascoltata la preoccupazione dell’Autorità garante delle concorrenza e del mercato (AGCM) volta a mettere in evidenza che “l’ampliamento dell’offerta dei servizi pubblici non di linea risponde all’esigenza di far fronte ad una domanda elevata e ampiamente insoddisfatta, soprattutto nelle aree metropolitane, di regola caratterizzate da maggiore densità di traffico e dall’incapacità del trasporto pubblico di linea e del servizio taxi a coprire interamente i bisogni di mobilità della popolazione".

La norma censurata ha pertanto causato, in modo sproporzionato, "un grave pregiudizio all’interesse della cittadinanza e dell’intera collettività”.

I servizi di autotrasporto non di linea, infatti, concorrono a dare effettività alla libertà di circolazione, "che è la condizione per l’esercizio di altri diritti, per cui la forte carenza dell’offerta" - che colloca l`Italia fra i Paesi europei meno attrezzati al riguardo - generata dal potere conformativo pubblico ha indebitamente compromesso "non solo il benessere del consumatore, ma qualcosa di più ampio, che attiene all’effettività nel godimento di alcuni diritti costituzionali, oltre che all`interesse allo sviluppo economico del Paese". Pronte le reazioni alla sentenza. "Calabria-governo 2-0 – incalza Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria - Non è una partita di calcio, ma il risultato decretato dalla Corte costituzionale, che ha rigettato entrambe le impugnative di Palazzo Chigi contro le nostre due leggi regionali costruite con l'obiettivo di distribuire nuove licenze Ncc in Calabria per favorire la mobilità di cittadini e turisti”.

Appello di Ncc a Meloni

Altrettanto secca la nota di Andrea Romano, presidente di MuoverSì Federazione Ncc e Mobilità, che riunisce le principali associazioni del settore Noleggio con conducente: “Chiediamo alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni di convocare rapidamente un tavolo di concertazione per una nuova legge quadro sul trasporto pubblico non di linea. La Corte ha messo nero su bianco quanto vivono ogni giorno sulla propria pelle milioni di cittadini italiani, di turisti stranieri e di aziende a cui si nega il diritto costituzionale alla libera mobilità”. E ancora: ''Di fronte alla catastrofe del trasporto pubblico non di linea l'unica strada che dovrebbe percorrere la politica non è quella delle toppe a colori che sta seguendo Salvini in omaggio alla lobby dei tassisti, ma quella di una nuova legge-quadro che finalmente dia all'Italia regole nuove e moderne in grado di garantire il pieno diritto alla mobilità di cittadini, turisti e imprese”.

Apertura di itTaxi e Uri

Questa volta, però, anche da una delle associazioni dei taxi arriva un sì al confronto. “La sentenza della Corte Costituzionale di oggi – avvisa Loreno Bittarelli, presidente di itTaxi e URI - Unione dei RadioTaxi d'Italia - conferma, ancora una volta, l'inadeguatezza di alcune sigle sindacali che - per scelte meramente demagogiche - continuano ad alimentare odio tra diverse categorie anziché proporre soluzioni percorribili a beneficio degli utenti. Questo atteggiamento pernicioso non solo ha generato finora effetti controproducenti per il trasporto pubblico non di linea, ma ha anche causato un ulteriore danno per l'immagine della categoria dei tassisti. Piuttosto che ostinarsi a seguire le indicazioni deleterie di questa rappresentanza sindacale, sarebbe doveroso attuare una riforma complessiva del settore, come chiediamo da anni. Come sempre ci rendiamo disponibili a un confronto di buon senso con i decisori pubblici, auspicando da parte del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, la convocazione di un tavolo di concertazione per una nuova legge quadro sul trasporto pubblico non di linea, conferendogli così quell'autorevolezza e imparzialità che si rende ormai indispensabile”.