Mercoledì 25 Dicembre 2024
ANTONIO TROISE
Economia

Mutui e prestiti alle stelle, allarme caro-rate. Ecco gli aiuti che il Governo prepara per le famiglie in difficoltà

Allo studio una commissione che dovrà definire un prezzo unico nazionale per pane e pasta Sileoni (Fabi): "Servono incentivi fiscali che coprano l’ incremento del costo del denaro"

Roma, 8 maggio 2023 – Da una parte il caro-prezzi di alcuni generi di larghissimo consumo, come il pane e la pasta. Dall’altra il caro-rate di mutui e prestiti personali dopo l’ennesimo aumento dei tassi di interesse deciso dalla Bce. Un doppio fronte che ha fatto già scattare l’allarme delle associazioni dei consumatori e dei sindacati. E che potrebbe spingere l’esecutivo a intervenire con misure ad hoc nelle prossime settimane.

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Il vertice su pane e pasta

Il primo appuntamento è previsto per giovedì prossimo. Mister Prezzi, Benedetto Mineo, ha convocato in mattinata le associazioni dei consumatori insieme con le organizzazioni di categoria dei pastai e dei panifici, per fare il punto sulla situazione e, soprattutto, per contrastare la speculazione che ha fatto volare i prezzi al consumo, con incrementi medi del 25% ma con punte anche del 60% per un chilo di spaghetti o di pane.Fra le ipotesi sul tappeto, la costituzione di una Commissione unica nazionale sul settore, per rafforzare il dialogo tra gli attori della filiera con l’obiettivo di arrivare ad un prezzo condiviso a livello nazionale. Il governo minaccia anche l’intervento della Guardia di Finanza, intensificando i controlli. Una sorta di moral suasion che però potrebbe non bastare. "Sono ormai armi spuntate – ha detto il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona – Salvo che non vi siano prove di abusi di posizioni dominanti o intese restrittive della concorrenza".

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L’emergenza dei prestiti personali

Ma non ci sono solo i prezzi al consumo a far saltare i bilanci delle famiglie. L’impennata dei tassi di interesse ha avuto un effetto pesantissimo sui prestiti personali, che negli ultimi anni hanno registrato un vero e proprio boom, alimentando il business dell’intermediazione finanziaria non bancaria. Del resto le cifre sono da capogiro. Le famiglie indebitate, in Italia, sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale: di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa. A fine 2021 il tasso di interesse medio praticato sui cosiddetti prestiti personali era dell’8,1%. Ora, con gli ultimi aumenti decisi dalla Banca Centrale Europea, la quota di interessi sfiora il 13% annuo. Un esempio per tutti: comprare un auto a rate, per esempio un modello da 25.000 euro, potrebbe costare, nel caso di un finanziamento decennale a un tasso del 12,7%, oltre 8.200 euro in più rispetto a due anni fa. Stesso discorso per chi acquista un elettrodomestico. Per una lavatrice con un costo di 750 euro, ad esempio, a fine 2021 avremmo pagato complessivamente, in cinque anni, 942 euro. Ora la cifra è salita fino a quota 1.061 euro, con una differenza del 25,3%.

Il piano anti-rincari

Per i mutui il governo è già intervenuto con l’ultima legge di bilancio ripescando una vecchia norma del 2015 e consentendo alle famiglie in difficoltà con le rate (sia pure con un limite Isee a 35mila euro) la surroga del mutuo e il passaggio dal tasso variabile a quello fisso senza alcuna spesa. Ma l’emergenza non è ancora finita. Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia non escludono ulteriori interventi. Più difficile, invece, intervenire sui prestiti personali. "Sono contratti privati firmati con intermediari che non sono sottoposti al controllo pubblico come le banche – spiega Carlo Rienzi, presidente del Codacons – Il governo potrebbe fare di più per spingere gli istituti di credito a concedere prestiti a lle famiglie e ai consumatori".

Incentivi fiscali

Più articolata la proposta del segretario della Fabi, Lando M aria Sileoni: "Si potrebbero studiare incentivi fiscali ad hoc per chi compra a rate che possano coprire, in tutto o in parte, l’aumento dei tassi dell’ultimo anno. Sarebbe anche un modo per contrastare il possibile rallentamento dei consumi per effetto dell’impennata degli interessi che avrebbe effetti negativi anche sul gettito fiscale". Ma non basta. Il numero uno della Fabi propone anche un potenziamento del Fondo centrale di garanzia per i giovani under 36 e un sostegno pubblico, per le famiglie in difficoltà con le rate dei mutui a tasso variabile.