Sabato 27 Luglio 2024
ANTONIO TROISE
Economia

Stop al rialzo dei tassi, Cottarelli: "Ora possiamo respirare un po’"

Ma l’economista puntualizza dopo la decisione della Bce: “Resteranno a lungo sugli attuali livelli con un’inflazione che cala. Abbiamo evitato un nuovo aumento dei costi degli interessi e un altro freno messo all’economia"

Professor Cottarelli, finalmente la Banca Centrale Europea ha lasciato inalterati i tassi. Una mossa giusta?

"Con una battuta le direi che mi hanno ascoltato. Già a settembre avevo spiegato che sarebbe stato l’ultimo aumento".

L’ex commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, 69 anni
L’ex commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, 69 anni

Perché era così sicuro?

"Avevo previsto che non ci sarebbe stato un nuovo aumento perché già a settembre erano emerse divisioni all’interno del board, non tutti erano d’accordo sull’ennesimo rialzo di fronte a un rallentamento dell’inflazione".

Allarme superato, quindi?

"Se consideriamo l’andamento su base annuale, l’inflazione viaggia ancora a livelli sostenuti. Ma, negli ultimi mesi, il trend è coerente una velocità di crescita dei prezzi che non dovrebbe superare il 3-3,5%".

Anche in Italia?

"Nel nostro Paese dovremmo avere una caduta del tasso di inflazione particolarmente forte ad ottobre, anche di due punti percentuali, anche perché nello stesso mese di un anno fa era stato registrato un aumento dei prezzi molto consistente. Voglio dire, insomma, che anche noi ci stiamo muovendo nella direzione di un raffraddamento dei prezzi".

Seguono questo trend anche i generi alimentari?

"Certo. Anche questi prezzi stanno rallentando. In più è partita l’iniziativa del ministero del Made In Italy sul ‘carrello tricolore’, che si inserisce in una scia già discendente. Mi sembrano, in ogni caso, tutte notizie positive".

D’accordo, ma possiamo tirare un respiro di sollievo anche sul fronte della finanza pubblica? L’aumento dei tassi della Bce ci costerà, nel 2024, circa 14 miliardi di maggiore spesa per finanziare il debito pubblico.

"Credo che il livello di tassi di interesse resterà alto ancora per qualche mese. Ma almeno abbiamo evitato un nuovo aumento dei costi degli interessi e un altro freno messo all’economia".

Quindi siamo fuori pericolo?

"Diciamo che possiamo respirare un po’. Non bisogna mai dimenticare che quello che conta è la differenza fra il tasso di interesse e l’inflazione. Il primo gonfia il debito nell’immediato ma il secondo, di fatto, lo sgonfia. I problemi arriveranno se continueremo a emettere titioli pubblici al 5%. C’è da dire, però, che la scadenza media del nostro debito è piuttosto lunga e l’aumento dei tassi, fino ad ora, non ha comportato danni estremi".

Ora che succede? Quali saranno gli effetti della svolta della Bce sulla nostra economia?

"Ci potrebbe essere qualche segnale positivo. Bisogna però dire anche che la decisione era abbastanza attesa. Ma attenzione: i tassi di interesse resteranno a lungo sugli attuali livelli e con un’inflazione che cala, i tassi reali peseranno di più. Inoltre ci sarà anche meno domanda sul mercato".

Il problema resta quello della crescita. Cosa può fare l’Europa per rilanciare gli investimenti?

"Prima di tutto occorre ricordare che la maggior parte delle politiche economiche sono gestite a livello nazionale. Quindi, è tutto nelle nostre mani. Abbiamo a disposizione i fondi del Pnrr, che dobbiamo spendere senza accumulare più ritardi. Le proposte di modifica avanzate dall’Italia mi sembrano ragionevoli tranne che per la parte relativa alle riforme. Ora il governo può intestarsi la paternità del Piano senza dire che era stato scritto da altri".

Ultima domanda, quali sono i punti deboli e quelli di forza della manovra del governo?

"È una legge di bilancio che, se tutto andrà bene, lascerà invariato il livello del debito pubblico. Inoltre, molte misure sono temporanee. Il dato positivo è quello relativo ai cambiamenti nella struttura della spesa: si è capito, ad esempio, che per la natalità sono importanti gli asili nido e i congedi parentali. Così come è ragionevole aver deciso un’indicizzazione parziale delle pensioni".