Lunedì 23 Dicembre 2024
GIORGIO COSTA
Economia

Taglio dei tassi della Bce, cosa cambia per le rate dei mutui

Qual è l’impatto sui mutui della riduzione del costo del denaro deciso dalla Banca centrale europea

Roma, 18 ottobre 2024 – Alla fine il taglio è arrivato e nella misura attesa e negli italiani ritorna la voglia del mutuo casa e della sua rinegoziazione.

Osservatorio mutui
L'impatto dei tassi della Bce sui mutui

Il taglio dei tassi

Nella riunione di stamane, la Bce ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base. Il tasso sui depositi scende così al 3,25%, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali al 3,40% e quello sui prestiti marginali al 3,65%.

L’impatto sui mutui

La mossa della Bce ha come primo effetto quello di alleggerire il costo dei mutui. Per il Codacons, il taglio determinerà un risparmio, sulle tipologie di mutuo più diffuse in Italia, compreso tra i 13 e i 30 euro al mese.

Una ricerca Changes Unipol, elaborata da Ipsos, rileva le reazioni e le opinioni degli italiani in merito alla riduzione dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea.

Tassi bassi: incentivo a nuovi mutui?

Il 34% degli italiani in cerca della casa ritiene che il taglio dei tassi da parte della Bce rappresenti un incentivo alla sottoscrizione di un mutuo soprattutto per la prima casa. A livello di percentuale, il taglio dei tassi ulteriore desiderato è, in media, del 2,6%. Uno su 5 tra Millenial, Gen X e Baby Boomer desidera, però, un ulteriore taglio di oltre il 2%. Minor impatto, invece, sui progetti relativi alle seconde case (16%) e alle ristrutturazioni (21%).

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Chi è avvantaggiato

In particolare, il taglio dei tassi rappresenta un importante incentivo a ricorrere al mutuo prima casa soprattutto tra i giovani della Gen Z che hanno il progetto casa (51%). Per l’acquisto della seconda abitazione, invece, i più motivati sono Gen X (21%) e Baby Boomer (23%), mentre per la ristrutturazione, Gen Z (32%) e Gen X (27%). I Millennial sono, invece, i più propensi a rinegoziare il mutuo (47% rispetto a una media nazionale del 38%). Più scettici, invece, Gen Z (34%) e Baby Boomer (27%), molti dei quali, però, hanno già rinegoziato in passato. L’analisi evidenzia come per 6 italiani su 10 il tasso di interesse ritenuto poco conveniente determina la decisione di rimandare la sottoscrizione di un mutuo, soprattutto tra i Baby Boomer (65%). Al contrario la Gen Z (48%), più delle altre, non è disposta ad aspettare.

Quanti italiani hanno un mutuo

E che i mutui siano diffusi lo dice il fatto che 4 italiani su 10 vivono in una famiglia con un mutuo attivo. Percentuali più elevate tra Millennial e Gen Z (dove la percentuale sfiora il 50%), ma anche tra i Baby Boomer è il 20% ad avere ancora un mutuo attivo (per prima o seconda casa o per ristrutturazione).

Il tipo di mutuo

Per quanto riguarda la tipologia di mutuo attivo, tra i Millennial 1 su 3 lo ha per l’acquisto della prima casa (intestato a sé o a un familiare). Al contrario, sono soprattutto i giovani della Gen Z ad avere (o vivere in famiglie con) mutui per seconde case e ristrutturazioni.

Tra i Boomer è più elevata la percentuale di quanti non hanno mai aperto mutui nella vita. L’età differenzia molto il tasso di chi ha un mutuo attivo: 6 giovani Gen Z su 10 hanno il variabile/con CAP; tra i Boomer sono 3 su 10 (hanno mutui più vecchi). Il tasso variabile con CAP sull’indice di riferimento è molto più diffuso tra i giovani (quasi 1 su 3 della Gen Z). Il tasso fisso è, invece, più presente tra i Baby Boomer e i Millennial e, in misura minore, tra la Generazione X.

Tasso fisso o variabile

In generale, tra gli italiani che hanno già sottoscritto un mutuo, il 35% risulta insoddisfatto delle condizioni economiche, mentre solo circa 1 su 2 (56%) è soddisfatto. Tra chi ha un tasso fisso, principalmente mutui di vecchia data, il 74% è soddisfatto delle condizioni economiche, a fronte di solo il 4 su 10 di chi lo ha variabile (e il 25% di loro è molto insoddisfatto). A livello generazionale sono i Millennial i meno contenti: meno di 1 su 2 esprime, infatti, soddisfazione. Più contenti, invece, Gen X e Baby Boomer (circa 2 su 3).

Problemi con le rate

Dallo studio emerge come quasi un italiano su 2 dichiari di aver avuto problemi a fronteggiare almeno una rata del mutuo. Le difficoltà sono legate principalmente a motivi economici: aumento del costo della vita (soprattutto per il 54% dei Boomers) e spese impreviste (per il 42% della Gen X) in primis. Baby Boomer e Gen X sono, quindi, maggiormente colpiti dai problemi di natura economica, mentre Millennial e Gen Z da quelli di natura personale, quali problemi di salute che hanno portato a spese mediche o perdita di reddito (25% dei Millenial) e separazione o divorzio (12% della Gen Z).