Venerdì 21 Febbraio 2025
Redazione Economia
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Tasse regionali, quanto pesano su stipendi e pensioni. Ecco dove si paga di più

Ogni regione italiana può ritoccare le aliquote andando a pesare sui redditi di lavoratori e pensionati. Le incidenze delle addizionali dipendono dal luogo di residenza e cambiano anche a distanza di pochi chilometri

Tasse - Crediti iStock Photo

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Roma, 20 settembre 2025 – Ogni Regione italiana può, per legge, ritoccare le aliquote sui redditi andando di fatto a pesare sugli stipendi e gli assegni pensionistici dei lavoratori e dei pensionati. Ogni territorio va in ordine sparso, con le incidenze delle addizionali regionali che dunque dipendono molto dalla Regione di residenza e mutano, anche tanto, a distanza di pochi chilometri. Per orientarsi in questo scenario è fondamentale guardare ai dati di ogni singolo territorio e comprendere quale sia, attualmente, quello più vantaggioso.

L'addizionale regionale Irpef nel 2025

A partire da gennaio 2025, le buste paga dei lavoratori dipendenti e i cedolini pensionistici dell'Inps riportano una trattenuta fiscale relativa all'addizionale regionale Irpef per il saldo dell'anno 2024. Questa imposta viene ripartita in 11 rate da gennaio a novembre, con un'aliquota base dell'1,23% applicata al reddito complessivo ai fini Irpef. Tuttavia, come detto, le singole Regioni hanno la facoltà di prevedere aliquote aggiuntive, detrazioni, deduzioni o esenzioni, variabili in base agli scaglioni di reddito Irpef.

Ne deriva che alcune regioni riguardano la sola aliquota base, mentre altre introducono maggiori azioni per finanziare spese sanitarie o altre esigenze territoriali. Secondo il Consiglio nazionale dei Commercialisti, sulla base delle informazioni fornite dal Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), nel 2024 almeno quattro Regioni – Lazio, Liguria, Molise e Toscana –  hanno apportato modifiche all'addizionale Irpef. La Provincia autonoma di Trento ha, invece, temporaneamente aumentato la soglia di esenzione da 25mila a 30mila euro.

Riforma dell'Irpef e le nuove aliquote

Come noto, la Legge di Bilancio 2024 ha riformato l'Irpef riducendo il numero degli scaglioni da quattro a tre, accorpando i primi due. Tuttavia, per tutto lo scorso anno, le Regioni hanno avuto la possibilità di continuare ad applicare il vecchio sistema a quattro scaglioni così diviso:

- primo scaglione per redditi fino a 15mila euro;

- secondo scaglione per redditi da 15.001 a 28mila euro;

- terzo scaglione per redditi da 28.001 a 50mila euro;

- quarto scaglione per redditi superiori a 50mila euro.

La normativa consente alle Regioni di aumentare l'aliquota base fino a un massimo di 3,33% (con una maggiorazione massima di 2,1 punti percentuali). Per il primo scaglione, tuttavia, l'incremento non può superare lo 0,5%. Secondo gli esperti, queste variazioni hanno avuto un impatto rilevante sulla struttura già diversificata dell'addizionale regionale Irpef tra le varie Regioni.

Le scelte di Lazio, Liguria, Molise e Toscana

Quattro Regioni in particolare, vale a dire Lazio, Liguria, Molise e Toscana, hanno modificato le aliquote dell'addizionale Irpef adottando strategie differenti:

- il Lazio ha ridotto l'aliquota per il secondo scaglione e introdotto una detrazione di 60 euro per i redditi tra 28.001 e 35mila euro;

- la Liguria, il Molise e la Toscana hanno invece aumentato l'aliquota per il terzo e il quarto scaglione.

Per analizzare più concretamente l'impatto di queste modifiche, il Consiglio nazionale dei Commercialisti ha elaborato delle simulazioni per diversi livelli di reddito, ovvero 10mila, 20mila, 40mila, 60mila e 100mila euro. Vediamo qualche esempio che, si sottolinea, non tiene conto di eventuali detrazioni per figli a carico previste da alcune Regioni.

Per redditi di 10mila euro:

- alcune Regioni azzerano l'addizionale grazie a esenzioni o detrazioni;

- le Regioni che applicano solo l'aliquota base impongono un prelievo di 123 euro;

- le Regioni con una maggiorazione dello 0,5% arrivano a 173 euro;

- il Molise, che applica un'ulteriore maggiorazione automatica dello 0,3% per il mancato raggiungimento degli obiettivi di rientro dal deficit sanitario, prevede una trattenuta di 203 euro.

Per redditi di 20mila euro:

- in Trentino-Alto Adige, le esenzioni e detrazioni azzerano l'imposta;

- le Regioni senza maggiorazioni applicano un'aliquota dell'1,23%, con una trattenuta di 246 euro;

- il Molise impone il prelievo massimo, pari a 416 euro;

- il Lazio e la Liguria prevedono riduzioni rispettivamente di 80 e 28 euro rispetto all'anno precedente.

Per un reddito di 40mila euro:

- a Bolzano si applica un'imposta minima di 62 euro;

- in Campania il prelievo è di 1.028 euro;

- in Molise l'importo vendita a 1.030 euro;

- il Lazio registra una riduzione dell'addizionale Irpef di 208 euro;

- il Molise ha invece incrementato l'imposta di 144 euro, la Toscana di 197 euro e la Liguria di 32 euro.

Per un reddito di 60mila euro:

- a Bolzano si applica l'imposta più bassa, pari a 308 euro;

- il Molise impone il prelievo più elevato con 1.756 euro, seguito dalla Campania con 1.681 euro;

- gli incrementi più significativi si registrano in Toscana (+521 euro, pari al 55,3%), Molise (+364 euro, pari al 26,1%) e Liguria (+209 euro, pari al 18%);

- il Lazio, al contrario, ha ridotto l'addizionale di 268 euro (-15,2%).

Per chi ha un reddito annuo di 100mila euro:

- l'imposta è minima a Bolzano (925 euro);

- in Molise, il massimo prelievo è di 3.208 euro, con la Campania poco sotto (3.013 euro);

- la Toscana registra l'incremento più elevato con +1.161 euro (+71,1%), seguita dal Molise (+764 euro, pari al 31,

- nel Lazio si verifica una riduzione dell'addizionale di 268 euro (-8,7%).

Le regioni con più modifiche e quelle meno convenienti

Le variazioni dell'addizionale Irpef regionale per il 2024 hanno determinato effetti differenziati sui contribuenti, a seconda del loro livello di reddito e della Regione di residenza. Mentre alcune amministrazioni hanno scelto di alleggerire il carico fiscale su determinati scaglioni di reddito, altre hanno incrementato le aliquote per garantire maggiori entrate destinate alla spesa pubblica.

Lazio, Liguria, Molise e Toscana sono le Regioni che hanno apportato le modifiche più significative, con il Lazio che ha introdotto riduzioni per alcuni redditi medi e le altre tre Regioni che hanno incrementato il prelievo fiscale per i redditi più alti.

La possibilità di modulare le aggiuntive regionali in base alle esigenze di bilancio locale e alla capacità contributiva dei cittadini rappresenta un importante strumento di autonomia fiscale. Tuttavia, le differenze territoriali che ne derivano rendono il sistema complesso e disomogeneo, con effetti significativi per i contribuenti a seconda della Regione di appartenenza.