Roma, 9 agosto 2023 – La decisione di tassare gli extraprofitti delle banche è stata accolta positivamente da quasi tutte le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione, con qualche eccezione, come il terzo Polo. Critiche che il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani (FdI), non prende troppo sul serio.
Sta nascendo il governo Fratoianni-Meloni come sostengono calendiani e renziani?
"Quella è una formula che fa solo ridere: la verità vera è che noi siamo molti passi avanti rispetto all’opposizione che non ci capisce più nulla. Siamo un governo molto pragmatico e interclassista, che si muove senza pregiudizi ideologici, intervenendo in maniera rapida per dare risposte ai problemi della gente. È proprio questo che spiazza l’opposizione" .
La critica principale che vi viene rivolta è quella di stabilire un precedente pericoloso.
“Assolutamente no. Questa sugli extraprofitti è una misura chiaramente straordinaria e una tantum per aiutare le famiglie, soprattutto quelle alle prese con i mutui variabili, che sono in difficoltà per una scelta della Bce, non nostra".
Non può negare che si tratti di una misura di sinistra.
"Non ci siamo chiesti se la misura era di destra o di sinistra, ma solo se serviva ad aiutare le persone. A chi ci critica, come Marattin o Calenda, voglio dire che fuori dai centri storici e dalla ztl esiste un mondo di gente perbene che non chiede assistenza, ma lavora, fatica e ha difficoltà a pagare mutui. Rispetto a queste persone non possiamo rimanere indifferenti".
Le banche, però, non l’hanno presa bene .
"Nessuno è contento di nuove tassazioni. Non mi aspettavo certo che le banche festeggiassero".
Non hanno festeggiato neanche le borse: i titoli sono crollati e lo spread è salito.
"Certe reazioni dei mercati a caldo sono comprensibili. Prima di fasciarci la testa vediamo, però, ciò che succede nei prossimi giorni. Nessuno vuole mandare allo sbaraglio il Paese: non siamo avventurieri. Al contrario, abbiamo dato prova di grande serietà nei conti pubblici. Ci hanno accusato persino di essere draghiani!".
Siete intervenuti anche sul fronte dei taxi ma all’ultimo momento avete eliminato la norma sul cumulo delle licenze. Basterà ad evitare lo sciopero?
"Sono convinto di sì. È una mediazione di assoluto buon senso. Tiene conto delle esigenze dei cittadini, con la deroga del 20% delle licenze, e anche delle ragioni dei tassisti, categoria con cui ci siamo sempre confrontati. Pure loro hanno diritto a proteggere il proprio potere d’acquisto".
La trattativa con i tassisti è ancora in corso. La norma potrà essere modificata in Parlamento?
"A me pare che questa sia già una buona mediazione. Ma poi come ogni norma è perfettibile. C’è la conversione in Parlamento per questo. Mai dire mai per le modifiche".
Passiamo al Ponte sullo stretto: eliminare il tetto per gli stipendi dei super-tecnici non rischia di aprire la porta al ritorno degli stipendi d’oro ?
"Assolutamente no. Questa deroga è un’eccezione, non la regola: il tetto viene tolto solo ad alcuni tecnici iper-qualficati necessari per lavorare a un’opera tanto complessa e importante come il Ponte sullo stretto".
Pensate di andare avanti a colpi di decreti omnibus, malgrado il monito del Colle?
"Noi faremo di tutto per limitare il ricorso alla decretazione e garantire l’omogeneità dei testi come chiede giustamente il Quirinale. Ma i regolamenti parlamentari, specie alla Camera, sono bizantini e spesso non danno garanzia di approvazione in tempi rapidi. In quei casi, non c’è alternativa agli omnibus per dare una risposta immediata ai problemi che sorgono".
Il prossimo venerdì, Giorgia Meloni incontra le opposizioni sul salario minimo. Quale spazio di trattativa c’è?
"Si sa che sul tema tra maggioranza e opposizione c’è diversità di vedute. Ma noi ci siederemo al tavolo con la massima buona volontà. Spero che l’opposizione faccia altrettanto, anche se finora tutti i tentativi di costruire un dialogo serio sono naufragati. Vediamo se questa richiesta di confronto, al contrario di altre, è genuina".