Venerdì 22 Novembre 2024
ANDREA ROPA
Economia

Taglio tassi Bce, le previsioni dell’economista: “È iniziata una nuova fase. La discesa era inevitabile”

Carlo Maria Pinardi (Bocconi): il costo del denaro tornerà al 2,5% entro la prossima estate. "Atteggiamento più prudente se dalle urne dovesse uscire una maggioranza sovranista"

Roma, 7 giugno 2024 – Uno zuccherino una tantum o l’inizio di una nuova fase della politica monetaria europea? La mossa della Bce, largamente scontata dai mercati, lascia dietro di sé alcuni interrogativi sulla strategia seguita da Christine Lagarde, che non s’impegna per il futuro preferendo mantenere quell’approccio meeting to meeting che i banchieri centrali chiamano ‘delle mani libere’ e che invece molti osservatori scambiano per incertezza.

L'economista Carlo Maria Pinardi
L'economista Carlo Maria Pinardi

I dati sull’inflazione, che cala più lentamente del previsto, avrebbero giustificato un’ulteriore riflessione?

"Aspettare luglio per allentare la stretta sarebbe stato inopportuno – risponde Carlo Maria Pinardi, docente di Finanza alla Bocconi e presidente di Analysis – I tempi erano maturi perché in Europa è stato raggiunto il picco dei tassi e ora, a meno di fenomeni imprevedibili, il trend cambia verso".

Il punto è capire con quali tempi.

"Non so se ci sarà un ulteriore ribasso già a luglio o a settembre, ma penso che nel giro di un anno, diciamo nell’estate del 2025, il costo del denaro dovrebbe ritornare in area 2,5%. Dipende anche da quale sarà l’andamento dell’inflazione nei servizi e dalle tensioni sui salari".

Per la terza volta da quando esiste l’euro, il taglio avviene anticipando l’intervento della Fed e non a ruota delle decisioni di Washington. Cosa significa secondo lei?

"Semplicemente che la velocità di discesa dell’inflazione è diversa sulle due sponde dell’Atlantico. Mentre in Europa il carovita ora è intorno al 2,6%, negli Usa viaggia circa un punto percentuale sopra. E di questo la Federal Reserve ha preso atto, preferendo aspettare l’autunno per allentare la stretta monetaria. Inoltre è molto diverso lo scenario economico, che vede gli Stati Uniti crescere più dell’Europa, con numeri sorprendenti soprattutto sull’occupazione".

Nel weekend ci saranno le elezioni per il nuovo parlamento europeo. Crede che la mossa della Bce possa avere anche uno scopo elettorale? E gli equilibri politici che usciranno dalle urne influenzeranno la sua politica monetaria?

"Uno scopo elettorale vero e proprio non direi. Anche se la prima inversione di tendenza dopo quasi cinque anni, a urne già aperte, è indubbiamente una coincidenza singolare. Per quanto riguarda l’influenza del risultato delle elezioni, è ovvio che se dalle urne dovesse uscire una netta maggioranza sovranista l’atteggiamento di Christine Lagarde sarà di maggiore prudenza, in qualche modo più dipendente dai ‘falchi’ del board che frenano sull’allentamento della stretta monetaria. Viceversa, se dovesse esserci stabilità politica, le sue mosse potrebbero essere più rapide e accomodanti. Lo stesso discorso vale anche per gli Stati Uniti, dove il 2024 è un anno elettorale. Più in generale, però, non bisogna aspettarsi che i banchieri centrali siano più lungimiranti dei politici".

Quali sono le conseguenze del taglio dei tassi sulle tasche dei cittadini?

"Anzitutto dovrebbe correggersi un’anomalia di questi ultimi due anni, ovvero la curva dei rendimenti ritornerà più bassa nel breve termine e più alta nel lungo termine. Sul fronte dei mutui e dei prestiti, dopo l’estate i tassi variabili dovrebbero tornare a essere più convenienti rispetto a quelli fissi, ripristinando una condizione fisiologica".