Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Taglio pensioni medici, il ministro del Lavoro: “La stretta solo su quelle anticipate”

La proposta di Marina Calderone: “Le rivendicazioni del personale sanitario sono comprensibili”. Tra le ipotesi anche il rinvio della norma. Ordine e sindacato all’attacco: “Sciopero confermato se il governo non fa marcia indietro”

Roma, 10 novembre 2023 – Rivalutazione delle pensioni dei medici, per il ministro del Lavoro Marina Calderone “le rivendicazioni dei dottori sono comprensibili”. Sullo sfondo c’è sempre lo sciopero proclamato per il 5 dicembre, quindi è corsa contro il tempo per cercare di arrivare a una soluzione.

Pensioni, alta tensione tra personale sanitario e governo
Pensioni, alta tensione tra personale sanitario e governo

Le ipotesi allo studio del ministro

Così la titolare del dicastero di via Veneto starebbe valutando alcune soluzioni “per andare incontro alle esigenze dei medici, definendo nei prossimi giorni l'intervento più opportuno”. Tra le ipotesi ci sarebbe tanto la revisione delle aliquote solo per chi sceglie di andare in pensione anticipatamente e non anche per i trattamenti pensionistici di vecchiaia, quanto il differimento dell'entrata in vigore della norma, inserita in legge di Bilancio.

Calderone sarebbe stata coinvolta soltanto nei giorni scorsi nella questione, dopo, quindi, che la norma sull'inasprimento del regime previdenziale dei professionisti sanitari era già entrata nella manovra economica. Meno di un mese fa, tra l'altro, l'intervento di Calderone aveva portato all'annullamento delle sanzioni a carico di alcuni medici del Policlinico di Bari, a cui erano stati contestati turni di lavoro eccessivi.

Il ministro della Salute

Sul caso è intervenuto il ministro della Salute Orazio Schillaci: “Stiamo lavorando e speriamo di risolvere il problema, non solo per i medici". Si potrebbe intervenire con un emendamento? "Adesso vediamo - ha risposto - qual è la maniera migliore e la misura più efficace".

L’Ordine dei medici: ritiro della norma

Intanto la Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, chiede al governo il ritiro immediato del provvedimento. L’occasione è stata l’audizione di venerdì alle Commissioni Congiunte Bilancio: “Questa Federazione si aspetta la soppressione della norma prevista dalla manovra – ha affermato il segretario Roberto Monaco –  che incide sul rendimento della quota retributiva della Cassa pensione sanitari e che contrasta con il dovuto riconoscimento ai medici che hanno profuso il loro impegno senza risparmio”.

Pur riconoscendo che "i fondi stanziati per il rinnovo dei contratti di lavoro del personale sanitario sono un primo passo per invertire una tendenza che aveva visto sinora allocare gli investimenti in sanità, attraverso il Pnrr, prevalentemente sulle strutture e sulle infrastrutture del Servizio sanitario nazionale”, la Fnomceo tuttavia sottolinea che i 2,4 miliardi previsti per il personale sono “destinati a finanziare l'intero comparto sanità. Il che rende lo stanziamento per i medici e dirigenti sanitari di poco superiore a quello del contratto appena concluso e molto al di sotto (10%) del tasso inflattivo”.

Una disposizione che riguarderebbe 50mila medici, causando un taglio sino a un quarto dell'assegno pensionistico. E che potrebbe avere ripercussioni pesanti sul Servizio sanitario nazionale per l'abbandono in massa e inaspettato di circa 6.000 medici ospedalieri. Il maxi emendamento potrebbe essere comunque “l'occasione giusta per rilanciare il Ssn – ha spiegato Monaco – e chiediamo un impegno per trovare ulteriori risorse finanziarie, garantire una sostenibilità economica effettiva ai livelli essenziali di assistenza e ridurre le differenze territoriali, attraverso il finanziamento congruo del Fondo sanitario nazionale, nel rispetto dei principi dell'articolo 32 della Costituzione”.

Il sindacato: riconoscimento o sciopero confermato

Sulla stessa linea anche il sindacato Anaao Assomed, intervenuto in audizione alle Commissioni Congiunte Bilancio: “Scoprire che i fondi stanziati dovranno comprendere il rinnovo dei contratti di tutti i protagonisti del comparto - ha detto il segretario Pierino Di Silverio – riduce il nostro potere d'acquisto. Avevamo chiesto investimenti in cure pubbliche, ci siamo ritrovati delle proposte destinate al privato accreditato per recuperare le liste di attesa”. Con questi presupposti, “la manovra finanziaria per noi è deludente. Sono 4mila i dirigenti medici e sanitari che solo nel 2023 hanno abbandonato il Ssn. Il taglio pensionistico non fa altro che aumentare la fuga. Al governo chiediamo un segnale di coraggio. Bisogna evitare il collasso della sanità che deve rimanere pubblica per garantire a tutti il diritto alla tutela della salute. Se così non fosse, confermiamo lo stato di agitazione del 5 dicembre”. Per il sindacato “la strada intrapresa dal governo è piena di promesse mancate”. In particolare, Di Silverio ha denunciato “la mancata detassazione o aumento di voci stipendiali, come avviene nella sanità privata o come concesso recentemente in altri settori. Malgrado le promesse del governo, nella manovra vi è solo una premialità per quelle prestazioni necessarie al recupero delle liste di attesa per le quali si chiede al personale medico, che da anni lavora oltre 60 ore settimanali solo per coprire carenze di personale, un ulteriore impegno”.