Giovedì 21 Novembre 2024
MONICA PIERACCINI
MONICA PIERACCINI
Economia

Taglio dell'Iva su pane, pasta e latte: quanto risparmiano le famiglie. Le simulazioni

Aduc: "Ma il rischio è che i prezzi non scendano". Ecco perché

Pane in vendita in un alimentari di Roma (Ansa)

Pane in vendita in un alimentari di Roma (Ansa)

Nella manovra di bilancio dovrebbe essere previsto il taglio o l'azzeramento dell'Iva sui prodotti di prima necessità. In particolare, si dovrebbe andare verso un azzeramento dell'Iva, attualmente al 4%, su pane, pasta e latte, mentre si passerebbe dal 10 al 5% di Iva sui prodotti per l'infanzia e gli assorbenti. Come si traduce tutto questo nella spesa del consumatore? A titolo di esempio, abbiamo fatto delle simulazioni per un famiglia tipo sul risparmio annuo sull'acquisto di alcuni prodotti che potrebbero essere interessati dal taglio del'Iva. Questi i risultati.

Iva su pane e latte azzerata: svolta in manovra. Quali sono i beni di primo consumo

Latte, pane e pasta: si risparmiano 43 euro in un anno Ipotizzando che l'Iva venga azzerata e quindi portata dal 4 allo 0%, un chilo di pane che costa oggi mediamente 3,60 euro si potrebbe pagare, in linea teorica, 3,36 euro. Secondo quanto emerge da recenti statistiche, ogni italiano consuma circa 41 chili l'anno di pane. La spesa quindi scenderebbe da 147,60 euro l'anno a 137,76 euro l'anno pro capite, con un risparmio di 9,84 euro. Facendo lo stesso calcolo per il latte, il prezzo medio per un litro, che si attesta sugli 1,60 euro, scenderebbe a 1,54 euro. Considerando che ogni italiano consuma mediamente oltre 52 litri l'anno di latte, la spesa annua passerebbe dunque da a poco più da 81,60 a 80 euro, con un risparmio pro capite di 1,60 euro l'anno. Per quanto riguarda la pasta, ogni italiano ne consuma oltre 23 chili l'anno e mediamente costa 3 euro al chilo. L''eliminazione dell'Iva comporterebbe quindi una riduzione del prezzo a 2,88 euro al chilo, con la spesa annua pro capite che scenderebbe da 69 a poco più di 66 euro, con un risparmio di circa 3 euro a testa. Per ogni italiano il risparmio annuo per questi tre prodotti si attesterebbe dunque a circa 14,50 euro, che, moltiplicato per i tre componenti della famiglia tipo, fanno mediamente 43 euro di risparmio annuo. Ovviamente la riduzione della spesa sarebbe ampiamente maggiore se fossero coinvolti dal taglio o azzeramento dell'Ivaanche altri prodotti alimentari, ipotesi, questa, che sarebbe allo studio del governo.

Il risparmio su assorbenti e prodotti per l'infanzia Oggi l'Iva su assorbenti e pannolini per bambini è al 10%. Con l'intervento del governo dovrebbe scendere di un 5%, passando dal 10 al 5%. Sugli assorbenti, che costano circa 2 euro a pacco, il taglio dell'Iva porterebbe a un risparmio di 10 centesimi. Considerando che una donna ne acquista una pacco al mese, il risparmio annuale è di 1 euro e 20 centesimi. Più consistente il risparmio sui pannolini per bambini, per i quali una famiglia spende mediamente 50 euro al mese. Con il taglio del 5% dell'iva, il risparmio mensile si aggirerebbe sui 2,5 euro a figlio, che si traduce sull'anno in un importo pari a 30 euro.

Perché il taglio dell'Iva potrebbe non portare agli effetti sperati. La posizione di Aduc "L'Iva su pane e pasta è il 4%, per cui il consumatore non se ne accorge. Se ne accorgono produttori e grossisti che sicuramente non faranno calare di altrettanta percentuale i loro prezzi. Per cui, quando la riduzione arriva sul banco della vendita, è impercettibile per l'acquirente. Stesso discorso sui prodotti per l'infanzia, anche se le percentuali che calano sono maggiori e quindi più percettibili". Questa la posizione di Vincenzo Donvito, presidente di Aduc, l'associazione per i diritti degli utenti e consumatori, a proposito dell'ipotesi di abbattimento dell'iva sui prodotti di prima necessità. "Credo, però - aggiunge - che queste minuscole riduzioni serviranno non a far calare i prezzi, ma a rendere 'impercettibilmente' più bassa la crescita generale che hanno per altri motivi, essenzialmente la ricaduta dovuta al rialzo dei prezzi energetici". "Il problema, insomma, non è tanto l'Iva ma l'uso pieno dei fondi europei che, questi sì, farebbero mantenere o far cadere i prezzi a livelli accettabili".