Sabato 26 Ottobre 2024
SANDRO NERI, inviato
Economia

Il ministro Urso: "Cresceranno le misure a favore delle imprese"

Il titolare del dicastero Imprese e Made in Italy: “Confermato il taglio del cuneo. Chiederemo di anticipare al 2025 la revisione del Green deal per i motori"

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Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in occasione della seconda giornata del 50° Forum Ambrosetti “Intelligence on the world Europe, and Italy, lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive”. Cernobbio 7 Settembre 2024 ANSA / MATTEO BAZZI

Cernobbio (Como), 9 settembre 2024 – “Nuove risorse per la Sabatini, contratti di sviluppo e accordi di innovazione, quindi la conferma del taglio del cuneo fiscale e spero anche il piano alloggi per i lavoratori, che è la priorità delle imprese". Adolfo Urso, ministro del Made in Italy, ieri tra i protagonisti della terza giornata di lavori del Forum dell’Economia di Cernobbio, assicura che la legge di bilancio conterrà misure a tutela del mondo produttivo. "Alcune le annunceremo quando tutto sarà definito – precisa –. Peraltro, è in atto il piano transizione 5.0 con quasi 13 miliardi per l’innovazione digitale e green delle imprese e sono attivi 2,5 miliardi per l’industria net-zero".

Lei ha chiesto a gran voce di anticipare la decisione Ue sulla transizione sull’auto elettrica al 2025…

"Assolutamente necessario. Come dimostra il collasso dell’industria automobilistica europea, in Germania hanno annunciato la chiusura di due stabilimenti. Occorre rivedere subito il green deal , adeguare i suoi tempi alla sostenibilità produttiva, prevedere imponenti risorse comuni sul modello Pnrr, con una visione di neutralità tecnologica. Bisogna anticipare di due anni la clausola di revisione prevista dal Regolamento sulla tassonomia alla fine del 2026. In questa incertezza, le imprese non investono e i consumatori non acquistano".

L’Ue ha deciso di reagire alla concorrenza cinese con i dazi sulle auto: è la mossa giusta o sarebbero preferibili altre strade?

"La strada migliore, che tante volte abbiamo perseguito nel passato quando ero responsabile del Commercio estero, è quella della soluzione negoziale, condivisa, che comunque ripristini una condizione di parità. Il commercio deve essere libero ma anche equo, e oggi non lo è. In ogni caso, vi è la necessità una politica industriale europea, assertiva, con adeguate risorse comuni a sostegno delle imprese e con una politica commerciale che tuteli della concorrenza sleale. È quanto fanno gli Stati Uniti ed è quanto abbiamo chiesto già due anni fa. Ora finalmente la nostra posizione è condivisa da molti altri Paesi e peraltro riscontriamo che anche il Rapporto Draghi indica questa prospettiva".

A Cernobbio ha parlato di competitività e di attrazione investimenti, cosa si muove in questo senso?

"Abbiamo fatto in 20 mesi due leggi annuali sulla concorrenza, a fronte delle due fatte dai precedenti governi in 15 anni. Abbiamo realizzato delle ‘fast track’ autorizzatorie per chi investe nel nostro Paese, una mappa ragionata su duecento siti industriali dove vi sono condizioni migliori; un decreto-legge per consentire l’approvvigionamento di materie prime critiche dal nostro sottosuolo. Tra poche settimane vareremo i decreti attuativi per il codice unico degli incentivi e la legge quadro per la crescita delle Pmi. Abbiamo già conteggiato nella prima parte di quest’anno 9 miliardi di euro di investimenti sulla microelettronica e spero che in questa seconda parte si possano concludere gli accordi su tecnologia green e mobilità elettrica".

E sull’energia?

"È il momento di affrontare con decisione la questione. Accanto alle fonti rinnovabili, per le quali decisivo è proprio il piano transizione 5.0, dobbiamo riaprire la strada del nucleare. Sono d’accordo con il ministro Pichetto Fratin: entro fine anno va varato il nuovo contesto legislativo e nel contempo lanciata la newco per realizzare in Italia gli impianti industriali che produrranno i Smr (small modular reactors)".

A proposito di Industria 5.0, si prevedono modifiche o una proroga dei termini?

"Possiamo effettuare solo modifiche in corso d’opera che non ci obbligano a una nuova contrattazione con la Commissione. La misura è stata finanziata con risorse Pnrr attraverso il nuovo capitolo RepowerEu rimodulando le risorse che erano state inizialmente destinate ad altre iniziative a nostro avviso meno utili. Vi ricordate lo stadio di Firenze? La proroga potrebbe avvenire solo se la nuova Commissione decidesse di prorogare il Pnrr oltre il giugno 2026, cosa allo stato non prevedibile".