Lunedì 23 Dicembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Taglio cuneo fiscale e riforma del Reddito di cittadinanza: Cdm sul lavoro il Primo maggio

Meloni e la data simbolica per varare il nuovo pacchetto di sgravi e contributi alle famiglie. Sul piatto 3,5 miliardi di aiuti

Roma, 22 aprile 2023 – La data non è scelta per caso. E non lo è, dunque, neanche il messaggio che la premier Giorgia Meloni intende lanciare con la convocazione del Consiglio dei ministri per il Primo maggio per approvare il pacchetto lavoro. Un pacchetto che si comporrà sia del nuovo taglio del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi (con vantaggi da 15 a 30 euro mensili) sia della riforma del Reddito di cittadinanza all’insegna del "basta sussidi" per chi può lavorare. Meloni si muove in attacco in una delle settimane cruciali, anche simbolicamente, dell’intero anno. E sfida opposizioni e sindacati sul terreno del lavoro e del welfare.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni (ImagoE)
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni (ImagoE)
Approfondisci:

Contratti a termine. Il governo cambia: non serve la causale sotto i dodici mesi

Contratti a termine. Il governo cambia: non serve la causale sotto i dodici mesi
Approfondisci:

Reddito di cittadinanza si cambia: ecco Pal, Gil e Gal. Requisiti, importi e come fare domanda

Reddito di cittadinanza si cambia: ecco Pal, Gil e Gal. Requisiti, importi e come fare domanda

Dunque, proprio nella data "impegnativa" del Primo maggio, mette all’ordine del giorno il varo di quella che dovrebbe essere la rivoluzione delle regole del lavoro, accompagnata da una nuova boccata d’ossigeno per i lavoratori con stipendi bassi. È il segnale che la premier punta a dare dell’attenzione del governo per il mondo del lavoro, con il varo di un decreto legge, un decretone lavoro che, con ogni probabilità, irrobustirà le buste paga dei dipendenti a basso reddito. L’idea, raccontano, è stata proprio della premier: riunire i ministri nel giorno della Festa del Lavoro, un unicum almeno negli anni più recenti, un gesto "simbolico", ripetono dall’esecutivo, che segna in modo "chiaro" la direzione di marcia. Che andrà in scena mentre i sindacati saranno impegnati a Potenza e con il concertone in piazza San Giovanni a Roma.

Sul piatto ci sono poco meno di tre miliardi e mezzo, il "tesoretto" portato in dote dalle nuove stime di Pil e deficit contenute nel Def. Una volta autorizzato dal Parlamento - il voto delle risoluzioni a maggioranza assoluta è previsto il 27 aprile - il governo potrà procedere con il decreto legge che dovrebbe aggiungere un ulteriore punto di riduzione dei contributi che "ci avvicina all’obiettivo di legislatura di un taglio di 5 punti", come aveva ricordato qualche giorno fa Marina Calderone.

La ministra del Lavoro è stata avvistata spesso a Palazzo Chigi negli ultimi giorni. Sue sono anche le misure in via di elaborazione per correggere il decreto Dignità del primo governo Conte e, spiega chi è al lavoro sul dossier, "rafforzare la contrattazione nell’ambito dei contratti a tempo determinato" (dovrebbe essere rivisto il meccanismo delle causali per i rinnovi dei contratti dei precari). Ma soprattutto sua sarà la revisione del Reddito di cittadinanza, uno dei cavalli di battaglia del governo di centrodestra. Per il cuneo secondo i calcoli della Banca d’Italia potrebbe portare una sforbiciata di 200 euro all’anno, ma secondo altre simulazioni si potrebbe arrivare anche al doppio. Ma la misura dovrebbe essere transitoria per gli 8 mesi che mancano di qui a fine 2023, poi con la manovra si vedrà.

Si arriverebbe intanto a un taglio di 4 punti per i redditi sotto i 25mila euro, come ha osservato Confindustria che plaude alle intenzioni ma chiede di più, come i sindacati. Meno indolore sarà invece la riforma del Reddito di cittadinanza, su cui sono puntati anche gli occhi delle opposizioni. Secondo le ultime bozze circolate la misura di sostegno alle fasce più fragili si dividerà in tre: da un lato la Garanzia per l’inclusione (Gil) dall’altra due strumenti per le politiche attive del lavoro, la Prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal, transitoria fino a fine anno) e la Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal). Saranno rivisti, al ribasso, gli importi per i cosiddetti "occupabili" che avranno al massimo 350 euro al mese e dovranno accettare le proposte di lavoro di almeno un mese pena la decadenza dal beneficio.