Mercoledì 25 Dicembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Assegno unico, Giorgetti e Roccella: il taglio è una fake news, lo difendiamo in Europa

L’esecutivo smentisce l’indiscrezione. “Ricostruzione fantasiosa, le famiglie sempre al centro delle priorità”

Roma, 29 agosto 2024 – L’indiscrezione sul taglio dell’assegno unico per i figli ha suscitato una levata di scudi drastica da parte delle opposizioni, tutte unite contro l’ipotesi di intervento del governo sulla misura messa in campo lo scorso anno. Ma altrettanto netta e, per giunta, indignata è stata la smentita dell’esecutivo. In campo sono scesi sia il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sia la ministra della Famiglia Eugenia Roccella con parole di fuoco.

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Il ministro dell Economia, Giancarlo Giorgetti,Roma (Ansa)

Da via Venti Settembre una nota secca: “Fantasiosa e senza alcun fondamento l’ipotesi di tagli agli assegni per i figli in vista della prossima manovra”. Durissima Roccella: “Non so se la rassegna stampa mattutina debba essere intesa come il sequel della falsa radiocronaca sullo sbarco dei marziani sulla terra di Orson Welles oppure vada presa sul serio e dunque considerata come procurato allarme. Ci auguriamo che le settimane che ci separano dalla presentazione della manovra non trascorrano tutte così, altrimenti c’è da preoccuparsi sul serio sullo stato dell’informazione in Italia”. Parole di fuoco contro chi ha messo in campo la notizia, ma anche puntualizzazioni nel merito: “La verità - iniste Roccella - è una sola: che il nostro governo ha sempre messo le famiglie al centro delle proprie priorità, le ha sempre sostenute come certificato dall’Ufficio parlamentare di bilancio (che ha quantificato in oltre 16 miliardi i benefici netti derivati quest’anno alle famiglie dalle politiche dell’esecutivo), e ovviamente continuerà a farlo”. Il problema, semmai, è un altro: “Se c’è qualcuno che ha sollevato contestazioni sull’assegno unico non è certo il nostro governo, che anzi lo ha aumentato e ne ha corretto alcune criticità, ma è l’Unione Europea, che ha aperto sul provvedimento una procedura di infrazione. E’ sulle richieste della Ue che sarebbe giusto informare i cittadini e aprire il dibattito con l’opposizione, cosa che più volte e con forza abbiamo chiesto, ma senza risposta. La Ue chiede di cancellare completamente il requisito della residenza in Italia (attualmente di due anni) per i percettori dell’assegno non lavoratori, e anche quello della durata del rapporto di lavoro (attualmente di almeno 6 mesi), e addirittura di riconoscere l’assegno anche a chi ha figli residenti all’estero. Non servirebbe più quindi vivere nel nostro Paese, ma basterebbe lavorarci anche solo per un giorno per fruire del contributo. Queste modifiche, già pesanti per l’equilibrio dei conti dello Stato, avrebbero ulteriori implicazioni potenziali che andrebbero ben oltre quelle immediate, e per via giudiziaria potrebbero portare a un effetto domino incontrollabile”. Secca la conclusione: “Dopo quello che è accaduto con il superbonus edilizio, che è arrivato a pesare sull’Italia per l’equivalente di venti finanziarie, è un’esperienza che sarebbe consigliabile non replicare. Sulle contestazioni dell’Europa all’assegno unico abbiamo chiesto più volte a tutte le forze politiche di esprimersi, abbiamo chiesto unità nella difesa di questo strumento perché è una questione che riguarda il bene comune, il bene delle famiglie italiane e non un interesse di parte. Ricordiamo tra l’altro che il modo in cui la misura è stata costruita è decisione del governo precedente e non di quello attuale, che pure è impegnato in una importante battaglia di difesa”.