Giovedì 25 Luglio 2024

Forse è la volta buona, tagliati i vitalizi agli ex deputati: chi interessa e quanto si risparmia

Il presidente del Consiglio di giurisdizione della Camera ha firmato la sentenza di primo grado con cui si confermano i tagli ai vitalizi per gli ex deputati

Una manifestazione dei 5 Stelle in Senato contro i vitalizi

Una manifestazione dei 5 Stelle in Senato contro i vitalizi

Roma, 24 luglio 2024 – Saranno tagliati i vitalizi agli ex deputati. Almeno stando al Consiglio di giurisdizione. la questione infatti resta aperta da tempo a ricorsi e controricorsi.

Il taglio dei vitalizi

Il presidente del Consiglio di giurisdizione della Camera dei deputati ha infatti firmato oggi la sentenza di primo grado con cui si confermano i tagli ai vitalizi per gli ex deputati, con un ricalcolo degli assegni percepiti sulla base del metodo contributivo.

Quanto si risparmia

La misura consentirà un risparmio stimato di oltre 15 milioni di euro riferito all'anno 2024.

A chi sarà tagliato

Nel complesso il pronunciamento riguarda circa 800 ex deputati. I vitalizi restano quindi agganciati al sistema contributivo introdotto dal Regolamento di previdenza del 2012, analogamente a quanto previsto da tempo per tutti i pensionati.

La deroga

L’unica deroga al sistema contributivo pro quota è nella previsione che, se in base al sistema contributivo dovesse risultare, per i parlamentari con più legislature, una pensione di importo superiore a quello previsto dal precedente sistema retributivo, la pensione dell’interessato resterebbe limitata all’importo minore.

Chi lo ha deciso

La sentenza firmata oggi, inoltre, nel confermare i tagli ai vitalizi conferma anche le cosiddette "mitigazioni” ossia alcuni ripristini già deliberati dall’ufficio di presidenza della precedente legislatura (Presidenza Roberto Fico) per rispondere a esigenze individuali. Il Consiglio di giurisdizione della Camera dei Deputati è composto da Laura Cavandoli, presidente e relatore, Gianluca Vinci e Debora Serracchiani e si è insediato nel settembre scorso. La causa che arriva oggi a sentenza di primo grado è iniziata nel 2019, con il ricorso, promosso da alcuni ex parlamentari contro la delibera del 12 luglio 2018, relativa proprio al taglio ai vitalizi.

I ricorsi

La decisione di tagliare i vitalizi aveva dato seguito a polemiche e ricorsi con il noto intervento di Fassino che in aula sventolò il cedolino pronunciando la famosa frase "Guadagniamo solo 4.718 euro al mese” che diede il là a proteste e indignazioni.

I tagliati previsti in origine

La decisione (poi rivista con gli aggiustamenti attuali a seguito dei ricorsi) aveva stabilito, nel 2018, che sui 1.405 i vitalizi erogati da Montecitorio, tuttavia il taglio approvato dall'Ufficio di presidenza lo scorso luglio riguardava una platea di 1.338 ex deputati. Secondo le stime fatte dal presidente Roberto Fico, ammontava a circa 40 milioni l'anno il risparmio per le casse della Camera, una cifra che si aggirava intorno ai 200 milioni per l'intera legislatura. Il taglio aveva avuto effetto a partire dal 1 gennaio del 2019. Erano, e sono, però consentite riduzioni del taglio dell'assegno percepito in specifici casi di particolare difficoltà sociale ed economica. Gli assegni venivano dunque ricalcolati secondo il metodo contributivo con una diminuzione che va dal 40 al 60% fino all'80% dell'importo oggi percepito. Si era calcolato che alcuni assegni hanno una sforbiciata che può raggiungere anche i 5 mila euro.

Si prevedevano due tetti minimi: 980 mila euro o 1.470, che valgono per i casi in cui sarebbe troppo basso l'importo dell'assegno ricalcolato. La riduzione più consistente andava dal 20 al 50% e riguardava 700 ex deputati.

La stessa riforma prevedeva originariamente tagli analoghi per i Senatori. Una riforma che prevedeva 16 milioni i risparmi per il Senato in un anno. In questo caso la 'sforbiciata' riguarda circa 1.300 ex senatori che percepivano il vitalizio.

Quando si matura il diritto al vitalizio

Dal 2007, con un nuovo regolamento, il periodo minimo di mandato per maturare il diritto all'assegno è stato portato a 4 anni, 6 mesi e 1 giorno. Un parlamentare che abbia raggiunto questo limite minimo da diritto a ricevere un vitalizio (ora col calcolo contributivo) a partire dai 65 anni. Per ogni anno di mandato ulteriore, l'età richiesta per il conseguimento del diritto è diminuita di un anno, con il limite all'età di 60 anni.