Venerdì 20 Dicembre 2024
GIORGIO COSTA
Economia

L'impatto dei tagli ai bonus nel 2025: chi ci rimette di più. Le simulazioni

La quota delle spese detraibili diminuisce al crescere del reddito ma incide anche il numero di figli a carico

Roma, 20 novembre 2024 – Per chi dichiara redditi oltre i 75mila euro il taglio dei bonus determinerà una perdita di circa 900 milioni di euro all’anno.

Il taglio dei bonus: i conti

I conti li ha fatti l’Upb (Ufficio parlamentare di bilancio) che ha calcolato l’effetto, a regime, dei nuovi provvedimenti in arrivo con la legge di Bilancio. Ma la perdita non sarà uguale per tutti coloro che sono oltre i 75mila euro. Infatti a rimetterci di più saranno soprattutto i contribuenti che hanno una (o più) di queste condizioni:

  • dichiarano più di 100mila euro
  • non hanno figli fiscalmente a carico (single in particolare)
  • eseguiranno lavori di ristrutturazione edilizia o riqualificazione energetica dal 2025.

Tutto questo è determinato dal fatto che il Ddl di Bilancio per il 2025 prevede un tetto alle spese che i contribuenti possono portare in detrazione (sono escluse dai tagli solo le spese mediche). Così:

  • da 75mila a 100mila euro il limite di oneri detraibili sarà 14mila euro
  • oltre i 100mila euro sarà 8mila euro.

Per conoscere il limite reale bisognerà, però, moltiplicare questi importi per un coefficiente legato al numero di figli a carico: 0,5 se non ci sono figli; 0,7 se c’è un figlio; 0,85 se ce ne sono due; 1 se ce ne sono tre o più (o se c’è almeno un figlio disabile).

Le simulazioni

Ad esempio, un contribuente che dichiara 82mila euro ma non ha figli a carico avrà un plafond di 7mila euro (cioè 14mila moltiplicato per 0,5, ossia diviso 2). Mentre uno che abbia tre figli a carico conserverà intatti i 14mila euro. Tuttavia, i genitori con tre o più figli sono soltanto il 9,2%; quelli con due il 38,2% e quelli con un figlio il 52,6 per cento.

Nella maggior parte dei casi, perciò, il plafond con cui si troveranno a fare i conti le famiglie a redditi elevati sarà inferiore (e di fatto dimezzato per il oltre la metà) alle cifre teoriche di partenza. La presenza di due figli – per chi ha un reddito tra 75mila e 100mila euro – di solito genera un plafond abbastanza capiente da assorbire tutte le spese detraibili sostenute per bambini e ragazzi.

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Detrazioni, la media in Italia

Per rendersene conto basta prendere a riferimento la spesa media detratta nelle dichiarazioni 2023:

  • mensa scolastica (569 euro)
  • attività sportive (242 euro)
  • tasse universitarie (1.986 euro)
  • affitti degli studenti fuori sede (1.974 euro).

Tutti questi oneri, infatti, hanno singoli limiti di spesa piuttosto contenuti e spesso vengono divisi a metà tra i genitori.

Le valutazioni di Upb

“A regime, quando tutti i ratei delle spese pluriennali saranno soggetti alle nuove limitazioni, sarebbero interessati dai tagli – si legge nella nota Upb – circa il 28% dei contribuenti con oltre 75.000 euro (circa 312.000 soggetti) e circa il 40% di quelli con reddito oltre i 100.000 euro. Nel complesso, circa il 49% della spesa risulterebbe indetraibile, pari a 3,1 miliardi, di cui 0,6 relativi ai contribuenti nella fascia tra 75.000 e 100.000 euro (circa il 28 per cento delle spese) e 2,5 nella fascia superiore (circa il 60 per cento)”.

La convinzione dei tecnici è che “il limite alle spese detraibili complessive non opera una razionalizzazione selettiva, ma piuttosto un taglio lineare di agevolazioni diverse per tipologia e finalità. Sebbene la riforma costituisca un passo nella direzione del contenimento delle spese fiscali (tax expenditures), occorrerebbe un approccio più organico alla loro razionalizzazione, anche per evitare di aumentare la complessità del sistema”.

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L’impatto dei Bonus casa

Anche quando ci sono i figli a far lievitare il limite di spesa massima detraibile, c’è un fattore che può sempre incidere: le spese per ristrutturazione edilizia o riqualificazione energetica sulle quali è facile investire decine di migliaia di euro.

Le statistiche mostrano che la rata di spesa annua (cioè un decimo di quanto investito) è decisamente più alta rispetto agli altri oneri agevolati.

Ad esempio, se nel 2025 verranno spesi 75mila euro per sistemare un appartamento, bisognerà sottrarre dal plafond 7.500 euro all’anno per dieci anni. E ciò a prescindere dal fatto che quella spesa sia detraibile al 50% (prima casa) o al 36% (altri immobili), come prevede la manovra. Si salvano solo le spese pagate entro il 2024. E, come dimostrano i dati del Superbonus, sono stati proprio i “ricchi” ad approfittare di questa agevolazione. Infatti, i contribuenti oltre i 75mila euro erano tra i maggiori utilizzatori dei bonus casa e ogni anno l’8% di loro indicava nel 730 o in Redditi la prima rata di un bonus decennale. E, come rileva l’Upb, “quasi tutti i contribuenti che subiscono la decurtazione hanno effettuato spese per ristrutturazioni”.