Roma, 11 maggio 2024 – Arriva la nuova stretta sul superbonus e, inevitabilmente, scoppiano le nuove polemiche, anche all’interno della maggioranza, con un duro botta a risposta fra il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e il vicepremier e leader di Fi, Antonio Tajani. Pomo della discordia: l’emendamento presentato ieri sera in Commissione Finanze del Senato che spalma su dieci anni e non più su 4 i crediti maturati con gli interventi di ristrutturazione edilizia. Una correzione che consentirà di ridurre il deficit, nei prossimi due anni, di circa 2,4 miliardi di euro ma che avrà un effetto retroattivo: scatterà, infatti, per tutte le spese a partire dal primo gennaio del 2024. Secondo i calcoli dell’Ance, toccherà oltre 16 miliardi di lavori in corso mettendo in crisi, secondo i calcoli di Confedercontribuenti, fra le 8mila e le 10 mila imprese.
Numeri che preoccupano il ministro degli Esteri Tajani: "Vogliamo ascoltare le imprese e le banche per capire se ci sono dei danni fermo restando l’intervento indispensabile per fermare i danni del Superbonus". Immediata la replica di Giorgetti, chiamato direttamente in causa: "Ho una responsabilità e difendo gli interessi dell’Italia come ministro delle Finanze, chiaro?". "Anche io faccio l’interesse degli italiani" ha insistito Tajani, aggiungendo che la proposta è di Giorgetti e non del governo, "perché io non sono mai stato consultato".
La tensione, in ogni modo, si affievolisce nel corso delle ore e, nella notte, il cosiddetto emendamento spalma-crediti è pronto ed è bollinato. Il testo, in sei pagine, contiene anche la norma che prevede per le spese legate al Superbonus sostenute nell’anno 2024 la ripartizione della detrazione "in dieci quote annuali di pari importo". Sono previste anche norme specifiche per le banche, a partire dal 2025. In particolare, non è più possibile compensare i crediti del Superbonus con debiti previdenziali. La norma, che vale anche per gli studi finanziari, non tocca le persone fisiche.
Per quanto riguarda la rateizzazione dei crediti delle banche e delle società appartenenti ai gruppi bancari o assicurativi è prevista, a partire dall’anno 2025, la ripartizione in 6 rate annuali di pari importo: le rate dei crediti risultanti dalla nuova ripartizione non possono essere cedute ad altri soggetti, oppure ulteriormente ripartite. Le nuove norme non si applicano ai soggetti che abbiano acquistato le rate dei predetti crediti a un corrispettivo pari o superiore al 75% dell’importo delle corrispondenti detrazioni. In pratica, la norma non penalizza gli istituti finanziari che hanno acquistato i crediti senza un eccessivo sconto. Negli altri articoli dell’emendamento è disposto un fondo da 35 milioni per il 2025 per gli interventi di riqualificazione nelle aree interessate da piccoli interventi sismici e finanziamenti per 100 milioni per il 2025 la riqualificazione energetica e strutturale realizzata dagli enti del terzo settore, dalle onlus, dalle organizzazioni di volontariato e dalle associazioni di promozione sociale.