Martedì 16 Luglio 2024
ANTONIO TROISE
Economia

Superbonus, le novità del decreto: chi non ha finito i lavori non dovrà restituire i soldi. Domande e risposte

Quanto ci costeranno i ritardi? E chi paga se il cantiere non si è concluso? Il governo non ha fatto deroghe, ma è intervenuto su alcuni casi di scuola. Abbiamo risposto alle domande più frequenti dei nostri lettori

Roma, 30 dicembre 2023 – Nel mio condominio abbiamo presentato i due Sal relativi ai lavori per il Superbonus entro giugno, come previsto dall’Agenzia delle Entrate, ma siamo riusciti a completare i lavori solo al 75% e non al 100% come prevede la legge. Che cosa succede ora? Dovremo restituire gli importi?

“Il decreto non ha previsto né una proroga della scadenza del 31 dicembre del 2023 per la conclusione dei lavori né la possibilità di un Sal straordinario da presentare ad inizio di gennaio. In compenso sarà riconosciuto il credito di imposta o lo sconto in fattura al 110% per tutti i lavori che saranno "asseverati" dai tecnici fino al 31 dicembre. Poi scatteranno le nuove norme previste dal governo per il 2024. In sostanza, sul restante 25% dei lavori lo scontro non sarà più del 110% ma sarà del 70%. Sul 30% restante dell’importo bisognerà mettere mano al portafoglio e pagare le fatture emesse dalle imprese. Non si dovranno, comunque, restituire gli importi già ottenuti”.

Superbonus, le novità del decreto
Superbonus, le novità del decreto

Sono un condomino con un reddito Isee di 14mila euro. Il mio condominio non è riuscito a completare i lavori in tempo ma solo fino al 70%. Quanto dovrò pagare?

“Il decreto approvato ieri contiene una importante novità per i redditi bassi: per chi ha un Isee fino a 15mila euro sarà lo Stato a pagare la differenza fra lo sconto del 110% previsto fino al 31 dicembre e il 70% che scatta dal primo gennaio del 2024. Per fare fronte a questa spesa le risorse saranno prese dal Fondo Povertà gestito dal governo. Ma attenzione. Per usufruire di questa agevolazione occorrerrà dimostrare uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60% in relazione alle spese sostenute dal primo gennaio al 31 ottobre del 2024. Inoltre, la soglia di reddito Isee varierà a seconda della composizione del nucleo familiare per favorire le famiglie con due o più figli o con la presenza di persone disabili o che hanno bisogno di assistenza”.

Se non ho completato i lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico entro il 31 dicembre ma ho già incassato una parte della cessione del credito o dello sconto in fattura, dovrò restituire le somme al fisco?

“La risposta è negativa. In sostanza, nel decreto Superbonus approvato dal governo è passata anche una sorta di sanatoria per chi non ha rispettato la scadenza del 31 dicembre per ultimare i lavori. Si potrà continuare ad usufruire dello sconto previsto dal governo ma con un’aliquota diversa. Non ci sarà più il maxi contributo del 110% ma solo del 70%. Bisognerà pagare la differenza. Non è stata ammessa l’ipotesi di una proroga della scadenza prevista a dicembre fino a giugno 2024 per ultimare tutte le attività. Questo intervento è stato seccamente bocciato dal ministero dell’Economia perché giudicato troppo oneroso per le casse dello Stato”.

Ho letto che per Isee fino a 15mila euro sarà lo Stato a pagare la differenza se non si sono conclusi i lavori entro il 31 dicembre. Ma che cosa succede per i condomini che hanno, ovviamente, redditi superiori a questa soglia che sono nello stesso stabile?

“La distribuzione dei crediti di imposta maturati sarà legata da una parte alle quote millesimali dei singoli condomini e dall’altra dal reddito Isee dichiarato. Insomma, a partire dal primo gennaio prossimo, mentre i condomini con redditi inferiori ai 15mila euro continueranno a non versare nulla dal momento che la differenza fra il 110% e il 70% prevista dalle nuove regole sarà pagata direttamente dallo Stato. Il meccanismo sarà disciplinato dall’Agenzia delle Entrate nelle prossime settimane molto probabilmente con una circolare esplicativa. La compensazione dovrebbe, comunque, essere automatica e il relativo ammanco nelle casse del fisco sarà coperto dal Fondo povertà”.

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Abbiamo completato solo in parte i lavori previsti con il Superbonus e, purtroppo, non siamo riusciti a raggiungere quel salto di due classi energetiche previste per ottenere i contributi. Dovremo restituire qualcosa al fisco?

“No. Chi ha esercitato le opzioni di cessione del credito e sconto in fattura attestando dei Sal entro la fine del 2023 avrà a disposizione una sorta di salvacondotto: nel caso in cui i lavori non siano ultimati e, quindi, non portino al salto di due classi energetiche, previsto dalla legge, le agevolazioni già maturate non saranno oggetto di recupero. Questo servirà a evitare non solo contenziosi con il fisco, ma anche tra committenti e imprese che potrebbero trovarsi ad andare in tribunale a causa della mancata ultimazione dei lavori entro i termini. Resta il fatto che, comunque, la soluzione individuata dal governo non soddisfa nè le imprese nè i condomini. Quindi non è affatto escluso che nei prossimi mesi ci possano essere ricorsi legali e battaglie a colpi di carte bollate per veder riconosciuti i crediti promessi con la prima versione del provvedimento”.