Lunedì 23 Dicembre 2024
ANTONIO TROISE
Economia

Il Superbonus 110 cambia ancora. Villette, infissi e caldaie: proroghe e novità. La guida

Maggioranza e governo al lavoro per modificare le normative che bloccano i cantieri. Il nodo dei crediti congelati nelle banche: tra le soluzioni la detrazione delle spese in 10 anni

Ultimi ritocchi al Superbonus 110%. Maggioranza e governo continuano a studiare in che maniera rendere meno rigorosa la stretta sulla cessione dei crediti. Non sarà comunque facile trovare una soluzione alla dote di 19 miliardi di "sconti fiscali" congelati nei forzieri delle banche. Tanto che è già previsto uno slittamento di un paio di giorni, fino a mercoledì 29, per l’approdo in Aula del testo. Nel frattempo, da oggi, comincia in Commissione il voto sulle proposte di modifica sulle quale ci sarebbe disco verde da parte dell’esecutivo. Ma che cosa cambierà, in concreto, per iln gran popolo del 110%? Ecco una guida sulle novità in arrivo.

Superbonus, cosa c'è da sapere
Superbonus, cosa c'è da sapere

Quando devono terminare i lavori per le villette?

La norma riguarda i proprietari di villette o abituazioni unifamiliari che avevano completato il 30% dei lavori entro il 30 settembre scorso. Per continuare ad avere il massimo dell’agevolazione anche nel 2023 attualmente la scadenza per il completamento dell’intervento era fissata al 30 marzo. In campo due ipotesi: la prima allunga il termine fino al 30 giugno. Ma il governo e la maggioranza starebbe pensando ad un ulteriore allungamento dei tempi fino al 30 settembre.

Che cosa deve fare chi ha cambiato gli infissi o la caldaia?

Il decreto prevedeva una deroga al taglio della detrazione e allo stop per lo sconto in fattura per chi aveva già presentato la Cila. Per l’edilizia libera, cioè per gli interventi che riguardano, ad esempio, caldaie, infissi o per l’impianto fotovoltaico, però non era richiesto alcun titolo abilitativo, tanto che diventava effettivamente difficile certificare l’avvio dei lavori. L’emendamento predisposto dalla maggioranza prevede che per attestare la data di inizio dei lavori sarà sufficiente il versamento di un acconto con bonifico parlante o due autocertificazioni (una del venditore e una dell’acquirente) relativamente all’esistenza di un contratto. In pratica, una sorta di ‘autocertificazione’.

Che cosa succede ai crediti congelati dalle banche?

La soluzione potrebbe arrivare domani. Il problema è noto: le banche hanno esaurito la capienza fiscale per portare in detrazione I titoli acquistati e attulamente sono circa 19 miliardi i crediti sospesi. L’ipotesi di una compensazione con gli F24 presentati dai contribuenti agli sportelli bancari è stata bocciata dal Mef. Due al momento le strade percorribili. La prima è quella di spalmare su dieci anni (e non più siu 5) il periodo durante il quale portare in detrazione le spese. La seconda è quella di convertire i nuovi crediti acquisiti in titoli pubblici portado a compensazione non solo le imposte ma anche i contributi previdenziali. In queste ore, a quanto si apprende da ambienti vicini al dossier, i tecnici del Ministero dell’economia e delle finanze starebbero contattando singolarmente gli istituti di credito,molti dei quali avrebbero appunto manifestato l’intenzione di tornare ad acquistare i crediti.

Che cosa rischia chi ha avviato i lavori nel 2022 ma non ha completato l’iter?

Attualmente, per le spese sostenute nel 2022, bisognava inviare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate della cessione dei crediti alle banche entro il 31 marzo. Tempi molto stretti che rischiavano di mettere in difficoltà moltissimi proprietari e condomini. La soluzione proposta dal governo consente di inviare la comunicazione all’Agenzia prima ancora che ci sia la conclusione dell’accordo per la cessione del credito. Nel caso in cui l’intesa non fosse formalizzata, potrebbe essere applicata la cosiddetta "remissione in bonis" prevista dall’Agenzia delle entrate allungando di fatto a novembre 2023 il tempo per comunicare le cessioni, pagando però una sanzione di 250 euro. La soluzione è già stata adottata lo scorso anno per le spese relative al 2021 e non prevede difficoltà particolari a livello tecnico.

Quali lavori possono ancora ottenere lo sconto in fattura?

Tra gli interventi ammissibili alla detrazione al 110%, e per cui si possono utilizzare sconto in fattura e cessione del credito, rientrano anche le varianti ai progetti presentate dopo il 16 febbraio 2023. L’emendamento all’esame della Commissione prevede che chi ha potuto accedere alle opzioni dello sconto in fattura e della cessione del credito, potrà continuare a farlo anche per quei nuovi lavori, stabiliti tramite variante alla Cila o deliberati dall’assemblea condominiale anche dopo il 16 febbraio 2023.