Martedì 16 Luglio 2024
FABIO LOMBARDI
Economia

Nessuna proroga per il Superbonus 110, ma c’è l’intesa. FI: “Cittadini e imprese non dovranno restituire soldi per i lavori non conclusi”

L’intervento sul bonus edilizio non è inserito nel Milleproroghe ma è oggetto di un decreto a parte che è stato approvato dal Cdm. Dal Sal alla sanatoria: come funzionerà

Roma, 28 dicembre 2023 – Non una proroga ma una “misura ad hoc” per il Superbonus 110. E’ stata trovata infatti un’intesa per un nuovo intervento sul Superbonus: secondo quanto si apprende da diverse fonti di maggioranza e di governo prima del Consiglio dei ministri si sarebbero riuniti i due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano.

I ministri Giorgetti e Tajani
I ministri Giorgetti e Tajani

L’accordo sul Superbonus 110

E’ stato votato durante il Consiglio dei ministri un provvedimento ad hoc per il Superbonus. L'accordo per non inserire l'intervento nel decreto Milleproroghe ma in un provvedimento ad hoc. Non si tratterà, avevano specificato, di una proroga ma di una misura mirata.

Come detto è un nuovo provvedimento, non una norma contenuta nel Milleproroghe, con il Sal (Stato di avanzamento lavori) da definire in base ai costi. E' quanto si apprende da fonti parlamentari.

Le parole di Giorgetti

Proprio il Superbonus 110 era stato uno dei temi principali al centro dell’audizione del ministro Giorgetti alla Commissione Bilancio del Senato "Abbiamo dato il 110% di incentivo pubblico a ricchi e poveri per rifarsi la casa al mare, facendo ancora debito pubblico. Ora ci si lamenta perché si scende al 70%. Ho chiesto quale altro Paese dell'Ue ha un incentivo del genere, non ho avuto risposta. A noi il 70% sembra pochissimo, ma visto da fuori è tantissimo. Dobbiamo uscire da questa allucinazione per cui è tutto dovuto". Sul 110 il ministro ha detto anche "Io ho i dati degli ultimi mesi sul Superbonus, vanno peggio rispetto a quelli della Nadef in termini di finanza pubblica. Poi il Parlamento deciderà, in cuor mio so il limite che posso fare e che proporrò al Cdm, perché questa è la realtà dei numeri".

Forza Italia. “I cittadini più deboli non dovranno restituire soldi”

"Accordo positivo su SuperBonus. Grazie all'impegno di Forza Italia saranno tutelati imprese e cittadini, soprattutto quelli più deboli che non dovranno restituire soldi per i lavori non conclusi e verranno sostenuti per completarli. Passa la linea del Buongoverno di Forza Italia”. Lo scrive su X Forza Italia. “Forza Italia si è impegnata fin da subito, con coerenza e con continuità, per una soluzione di buonsenso al problema Superbonus. Era ed è nostro compito tutelare i cittadini, i professionisti e le imprese che hanno investito e lavorato nel rispetto della legge e che si ritrovano con cantieri fermi sebbene in stato avanzato. Così facendo li aiuteremo a fare gli ultimi metri in serenità. Governare bene vuol dire anche questo: lavorare per risolvere un problema che certamente non abbiamo causato noi ma che abbiamo ereditato. Questo è lo spirito di Forza Italia, così avrebbe fatto il nostro Presidente Silvio Berlusconi”. Questo il commento di Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia e responsabile nazionale dipartimento lavori pubblici del partito.

L’avanzamento lavori e la sanatoria

L'accordo, raggiunto prima della riunione del Cdm, prevede che il 110% rimanga per le famiglie con Isee basso (15.000 euro per un single), che potranno proseguire e concludere i lavori nel 2024. I nuclei con Isee più alto potranno proseguire i lavori il prossimo anno ma con lo sgravio fiscale ridotto al 70% (come previsto a legislazione vigente). Viene poi introdotta una sanatoria che mette in sicurezza coloro che non hanno completato i lavori al 31 dicembre 2023: non dovranno restituire le somme già ottenute usufruendo del 110% per i lavori già effettuati ma non conclusi. Niente da fare per il Sal (stato avanzamento lavori) straordinario al 31 dicembre 2023, ipotesi circolata in ambienti della maggioranza che avrebbe consentito di beneficiare del 110% anche per i lavori effettuati entro la fine dell'anno ma non compresi nei Sal precedenti. La misura avrebbe avuto costi giudicati non compatibili con il bilancio dello Stato.