Roma, 21 marzo 2023 - Buone notizie per i proprietari delle villette: avranno tre mesi in più per conservare, nel 2023, il superbonus del 110%. Salvi anche i proprietari che hanno acquistato e fatto installare caldaie e infissi e che rischiavano di perdere le agevolazioni. Infine, sarà possibile "sanare" le spese sostenute nel 2022 pagando una mini-sanzione di 250 euro. Ma le buone notizie sul fronte del superbonus finiscono qui. Perché nonostante il pressing dei partiti della maggioranza, non si è ancora trovata una via di uscita sui 19 miliardi di crediti incagliati presso le banche. E i tempi sono sempre più stretti. Da oggi, infatti, il decreto con la stretta sul maxi-incentivo per l’edilizia, sarà votato in commissione per poi approdare in aula, al massimo, entro lunedì.
Il Superbonus 110 cambia ancora. Villette, infissi e caldaie: proroghe e novità. La guida
Ieri gli ultimi ritocchi al provvedimento, con una riunione dei responsabili della maggioranza seguita da una fitta rete di contatti con il governo e con i partiti dell’opposizione. Tre le principali novità in arrivo. In primo luogo la proroga dal 31 marzo al 30 giugno del termine per conservare la detrazione al 110% destinata alle villette unifamiliari che avevano effettuato almeno il 30% dei lavori al 30 settembre scorso. Esclusi dalla stop alla cessione del credito a allo sconto in fattura (scattato il 16 febbraio scorso) anche per le Onlus, le case popolari (Iacp), e gli interventi con il sismabonus nelle aree del cratere. Esclusi dalla stratta anche i lavori per le barriere architettoniche. Salvi, infine, anche gli interventi più piccoli, la cosiddetta edilizia libera, come per le caldaie, gli infissi o il fotovoltaico. Per ottenere la deroga e conservare il 110%, l’attestazione dell’avvio dei lavori potrà essere dimostrata con un versamento di un acconto con bonifico parlante o due autocertificazioni (una del venditore e una dell’acquirente) relativamente all’esistenza di un contratto.
Soluzione in arrivo, infine, per "aggirare" la scadenza del 31 marzo relativa alle spese sostenute nel 2022. La comunicazione potrebbe essere fatta all’Agenzia delle entrata prima della conclusione dell’accordo di cessione. Inoltre, si interverrebbe anche sulle regole della remissione in bonis, consentendo il completamento della procedura oltre il termine con il versamento di 250 euro all’Agenzia delle Entrate. Fumata nera, invece, sui crediti incagliati. Sembra tutta in salita la strada per utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti incagliati ne gli istituti di credito.