Roma, 18 febbraio 2023 - Cosa verrà bloccato concretamente in termini di crediti, in seguito alla decisione del governo sul Superbonus 110? E chi ha già dei crediti in essere, come potrà recuperare quanto gli spetta? Quante persone riguarderà, in sostanza, il nuovo stop in Gazzetta Ufficiale? E che cosa succederà con la direttiva Green in arrivo, con i conseguenti obblighi di (costosi) ammodernamenti? Abbiamo posto queste domande ad Antonio Piciocchi, partner di Deloitte ed esperto di Superbonus e di tutte le questioni ad esso correlate. Le sue risposte sono pubblicate nelle schede qui di fianco.
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Sommario
- Chi ha già dei crediti li recupererà?
- Come mai si è inceppato il sistema?
- Il blocco del governo su che incide?
- Che cosa succederà da ora in poi?
Chi ha già dei crediti li recupererà?
I bonus fiscali per le nuove richieste di aiuti economici alle costruzioni, e per le quali non potrà essere attivato il meccanismo della cessione del credito in vigore fino ad ora, potranno in ogni caso essere portati nella dichiarazione dei redditi dei proprietari di immobili in diminuzione delle imposte da versare. Si tratta di un meccanismo di sicuro meno immediato rispetto a quello già sperimentato della cessione del credito ma che consente, in ogni caso, di recuperare buona parte dell’investimento effettuato versando all’erario meno imposte, sia pure diluite nel tempo a seconda dell’incentivo che è stato scelto.
Come mai si è inceppato il sistema?
I volumi di credito generato soprattutto dal bonus centodieci per cento sono difficilmente sostenibili. La misura ideata in piena pandemia è stata innovativa ed ha contributo alla crescita del Paese in un momento di estrema difficoltà. Probabilmente, con una migliore programmazione e regolamentazione si sarebbe potuto gestire diversamente questo meccanismo di grande impatto sulla vita delle persone ma anche sulle finanze dello stato. È vero però che il 110% (utile in piena pandemia) andava meglio graduato in base alle classi di reddito. Vero anche che il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura per il bonus 50% non trova supporto nell’analisi costi benefici. Infatti da un lato il fatto che il contribuente paghi di tasca propria il cinquanta per cento garantisce che l’intervento è necessario e il prezzo negoziato.
Il blocco del governo su che incide?
Dopo il decreto varato dal governo saranno bloccate le operazioni con titolo abilitativo non presentato alla data del 16 febbraio. In ogni caso, avendo esaurito la tax capacity le banche e le assicurazioni non sarebbero state in grado di assorbire nuovi crediti, se non ricorrendo a ri-cessioni dei crediti da loro precedentemente acquistati. Probabilmente in ogni caso occorrerà inserire nel decreto un correttivo per quanto riguarda il Sismabonus Acquisti, prevedendo di non bloccare la cessione del credito per le società che hanno richiesto il titolo edilizio alla data del 16 febbraio e dare un perimetro al significato di "lavori avviati" perlomeno per quanto riguarda i lavori in edilizia libera.
Che cosa succederà da ora in poi?
È difficile, obiettivamente, fare una stima delle persone che rischiano di essere bloccate con il nuovo meccanismo sul super-bonus. Sappiamo, però, che nelle ultime settimane, c’era stata una forte crescita delle prenotazioni. Il Paese oggi si trova moltissime aziende che hanno potenziato la loro capacità produttiva e assunto e formato nuove risorse: con l’avvento della Direttiva Green tale filiera rappresenta un asset importante per l’efficientamento energetico delle abitazioni sia in Italia sia nei Paesi europei. L’impatto della misura, se non rimodulato, per il bonus 50% rischia di avere quindi un effetto boomerang sui conti pubblici, non solo in termini di mancata crescita negli anni futuri, ma anche nell’immediato in termini di aumento della spesa per la cassa integrazione che supererà decisamente l’importo del bonus 50%. Questa sarà la prossima grande sfida per l’attuale Governo.