Mercoledì 13 Novembre 2024

Superbonus, ultime notizie: più tempo per crediti incagliati. La soluzione del governo

L'esecutivo pensa a un comunicato legge che consenta di superare i problemi legati ai tempi tecnici necessari per la verifica e la successiva comunicazione all'Agenzia delle Entrate entro il 31 marzo

Roma, 7 marzo 2023 - Superbonus, il governo si muove per dare un po' più di tempo a famiglie e imprese che ancora non sono riuscite a cedere a banche e assicurazioni i crediti maturati dai bonus edilizi. Con la scadenza al 31 marzo della comunicazione all'Agenzia delle Entrate ormai dietro l'angolo, l'esecutivo pensa a una soluzione che superi i problemi legati ai tempi tecnici necessari per verifica e successiva comunicazione all'Agenzia entro il termine fissato dalla legge (e non prorogabile). Questa soluzione sarebbe rappresentata da un comunicato legge che consentirebbe di iscrivere i crediti sulla piattaforma dell'Agenzia fin dal momento in cui viene preso in carica dalla banca.

La facciata di un palazzo in ristrutturazione (Ansa)
La facciata di un palazzo in ristrutturazione (Ansa)

La soluzione era stata individuata nei giorni scorsi dal relatore del dl Superbonus, Andrea de Bertoldi (Fdi). Le richieste di modifica al decreto legge arrivate dai partiti sono circa 300 e vanno dalla proroga per più di tre mesi (dal 31 marzo al 30 giugno 2023) per la conclusione dei lavori con Superbonus al 110% per le villette, allo sblocco dei crediti tramite la compensazione con gli F24. Forza Italia chiede anche la frazionabilità del credito e l'acquisto da parte delle partecipate di Stato, oltre alla deroga al blocco di cessione e sconto in fattura per i territori terremotati, terzo settore, rigenerazione urbana e barriere architettoniche.

Il problema dei crediti incagliati resta comunque il più urgente perché, come ha ricordato l'Ance, le imprese hanno uno stock di 19 miliardi di euro che può potenzialmente mandare fallite 32.000 aziende, facendo perdere il posto di lavoro a 170.000 dipendenti nel settore, senza contare l'indotto.

Ma il braccio di ferro tra banche, governo e Agenzia delle Entrate continua. La soluzione emersa al durante il primo tavolo al Mef, cioè l'utilizzo in compensazione dei crediti degli F24 delle imprese, possibilmente esteso anche ai correntisti, è ancora allo studio della Ragioneria dello Stato, che ha sollevato qualche perplessità. Un nodo che va sciolto nelle prossime settimane, per consentire a famiglie e imprese di presentare le richieste di cessione entro il 31 marzo.