Sabato 27 Luglio 2024
ANDREA ROPA
Economia

Sugar tax, Forza Italia frena: spunta l’ipotesi di uno slittamento

Due emendamenti prevedono il debutto dell’imposta sulle bevande a inizio 2025 oppure a luglio 2026

Roma, 14 maggio 2024 – Sospendere l’entrata in vigore della cosiddetta sugar tax per tutto il 2024 o addirittura fino al luglio 2026. È quanto propongono due diversi sub emendamenti di Forza Italia all’emendamento del governo che fa scattare la controversa imposta sulle bevande zuccherate dal prossimo primo luglio. In particolare, un primo subemendamento posticipa l’imposta al primo gennaio 2025, indicando a copertura 68 milioni dal Fondo per interventi strutturali di politica economica. La seconda proposta di modifica, invece, prevede l’esonero della sugar tax per tutto il 2024 e fino al 30 giugno 2026. Costerebbe 249,5 milioni per due anni, che sarebbero reperiti sempre dal Fondo per interventi strutturali di politica economica.

Forza Italia frena sulla Sugar tax
Forza Italia frena sulla Sugar tax

L’ennesimo slittamento potrebbe essere un punto di caduta per evitare lo strappo di Forza Italia, sulle barricate per sventare l’entrata in vigore della tassa sulle bevande zuccherate già a partire da luglio. Maggioranza e governo sono alla ricerca di una sintesi che prenda in considerazione anche le sollecitazioni arrivate dalle imprese del settore. Stando al testo della norma depositata, la scelta dell’esecutivo è quella di rinviare (per la settima volta) la plastic tax dal primo luglio 2024 al primo luglio 2026, mentre per la sugar tax la strada è quella di confermare l’entrata in vigore dal primo luglio 2024, anche se in modo soft. Una scelta avallata dalla Corte Costituzionale, che a fine marzo ha riconosciuto le ragioni dell’imposizione sulle bibite zuccherate.

L’ipotesi, portata all’esame della commissione Finanze del Senato, era quella di applicarla per i primi due anni con un prelievo di 5 euro per ettolitro per i prodotti finiti e di 0,13 euro al chilogrammo per i prodotti predisposti a essere utilizzati previa diluizione. Dal primo luglio 2026 si sarebbe tornati alla misura piena prevista inizialmente dalla manovra 2020 (ma mai entrata in vigore), ossia rispettivamente di 10 euro per ettolitro e 0,25 euro per chilogrammo.

Intanto le imprese del settore continuano a sottolineare l’impatto negativo dell’introduzione della tassa. Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, ha parlato di "doccia fredda dopo le ripetute dichiarazioni sul non voler vessare le imprese e le rassicurazioni date al comparto anche nelle ultime settimane sul tema" e ha ricordato come "le imprese del comparto, fatto per il 64% da Pmi, che producono eccellenze del Made in Italy come aranciate, chinotti, cedrate, aperitivi analcolici, si troverebbero a essere le uniche a pagare, con un impatto di oltre 5mila posti di lavoro, insieme ai cittadini che avrebbero un ulteriore aumento di prezzi".

Anche per Luigi Scordamaglia, ad di Filiera Italia, la tassa sulle bibite zuccherate "è un provvedimento inutile e dannoso", che si ripercuote sulla filiera bieticolo saccarifera, "modello perfetto di economica circolare". "Siamo contrari a qualsiasi aumento delle tasse nel nostro Paese – ha chiosato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani – Per noi la sugar tax non può entrare in vigore a luglio".