Roma, 11 agosto 2024 – La pubblicazione del report JP Salary Outlook dell'Ocse, riguardante i salari annui medi, ha mostrato come l'Italia abbia una retribuzione lorda annua media di 44.893 euro, in crescita dell'1.8% rispetto al 2022, il che la colloca al 21esimo posto. Dei 34 Paesi Ocse considerati, al primo posto troviamo l'Islanda, con un salario medio di 79.473 euro, davanti a Lussemburgo e Stati Uniti, rispettivamente con 78.310 e 77.463 euro, all'ultimo Grecia e Messico con 16.600 euro. Se si considera un periodo più ampio, l'aumento è stato di 7,5 punti in 8 anni. Ma tale crescita è comunque modesta, parzialmente riassorbita dall'aumento dell'inflazione.
Forti differenze fra Nord e Sud e fra uomini e donne
Sussistono ancora importanti differenze di retribuzione fra uomini e donne, pari al 7.3% che scende al 5.5% per ruoli dirigenziali. Vi sono ancora notevoli sperequazioni fra Nord e Sud, che continuano a generare importanti emigrazioni interne, spinte da differenze di buste paga anche di 3.700 euro. Al top vi sono il Trentino Alto Adige, la Lombardia, la Liguria e il Piemonte, mentre la Basilicata si conferma fanalino di coda. L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico sottolinea un dato molto interessante: i salari reali italiani sono ancora più bassi di circa il 7% rispetto a quelli pre-Covid, che fanno dell'Italia il Paese più danneggiato dalla pandemia nell'Unione Europea. L'unico settore che gode di ottima salute, è quello dei servizi finanziari, i cui operatori hanno visto un sostanzioso incremento dei propri emolumenti, il più corposo degli ultimi 8 anni.
L'inflazione “annulla” gli aumenti salariali
Considerando un'inflazione prevista dell'1.1% nel 2024 e del 2% nel 2025, il recupero del potere di acquisto per i lavoratori italiani sarà davvero esiguo, calcolando un aumento dei salari previsto del 2.7% nel 2024 e del 2.5% nel 2025. Negativo anche il dato che riguarda la disoccupazione, con l'Italia che registra un 4.9% superiore alla media Ocse, mentre il tasso di occupazione, 62.1%, è più basso della media Ocse, pari al 70.2%. Addirittura disastroso il dato che riguarda la stagnazione dei salari reali, che fra il 1991 e il 2023 sono cresciuti in Italia appena dell'1% contro un 32.5% dei Paesi analizzati.