Roma, 7 agosto 2023 - Alcuni manager pubblici italiani godono di stipendi d’oro, su questo non c’è alcun cedolino da dover sventolare. Da anni si parla di come capi della polizia e manager pubblici nel nostro Paese prendano di più dei dipendenti della Casa Bianca. Oggi, con il decreto Asset presentato al Cdm - che vorrebbe far sforare il tetto massimo imposto sugli stipendi ai manager della società Pa istituita per la realizzazione del Ponte sullo Stretto -, tornano ad accendersi i riflettori sugli stipendi dei top manager italiani. Ma quanto guadagnano?
Manager pubblici italiani: quanto guadagnano
Stando all’ultimo rapporto semestrale Aran sulle retribuzioni contrattuali della dirigenza pubblica contrattualizzata (https://www.aranagenzia.it/attachments/article/12609/Rapporto%20semestrale%202_2022.pdf), lo stipendio fisso annuo lordo nella Pa è allineata con gli stipendi nel settore e privato. Un funzionario dei ministeri guadagna all’anno circa 32.800 euro, 29.900 euro per funzioni locali, mentre più elevata è la retribuzione fissa media di un funzionario delle agenzie fiscali, che va dai 35.300 euro fino a 41 mila euro annui. Ad ogni modo, questi dati raccontano solo una parte del reddito percepito dai manager. Infatti, tanti profili di alto livello superano e di tanto questi guadagni, al punto che la legge italiana ha dovuto introdurre nel 2016 delle soglie massime per rendere lo stipendio di un manager pubblico quantomeno inferiore a quello del Presidente della Repubblica (che ammonta a circa 240mila euro l’anno). Per fare un esempio, nel 2014 si parlava di stipendi annuali di oltre 300mila euro.
Perché i guadagni sono così alti?
Tale è stato lo stipendio di alcuni funzionari, che legge italiana dal 2016 ha fissato un limite massimo di 240mila euro sui compensi di amministratori, titolari e componenti degli organi di controllo, dirigenti e dipendenti della Pubblica amministrazione. Ad ogni modo, dall’introduzione della norma ad oggi - si veda il caso del Ponte dello Stretto -, ci sono state diverse eccezioni fatte sul tetto per alcuni manager di altissimo livello. Una delle ragioni sembra essere la concorrenza. Per deroghe sul tetto degli stipendi precedenti a quella attuale del Ponte sullo Stretto, si è spesso ricorsi alla giustificazione della concorrenza, per cui più è appetibile uno stipendio e più si attraggono profili professionali migliori. In altre parole, di fronte ad un’offerta poco concorrenziale, un top manager potrebbe non accettare l’incarico. Ma questa è solo una delle tante ipotesi con cui si cerca di spiegare l’alto salario. Ad ogni modo, c’è da considerare che queste proroghe coinvolgono soltanto una minoranza di manager pubblici e che molti altri dirigenti che occupano la prima fascia non raggiunge il limite imposto.
Stipendi dirigenti pubblici: fasce e limiti
Deroghe a parte, è la legge a stabilire i compensi massimi dei manager pubblici in Italia. Le società di prima fascia, ad esempio, possono guadagnare fino a un massimo di 240mila euro per grosse produzioni pari o superiori a duecento milioni di euro. Manager di seconda fascia, invece, vedono il tetto massimo 216mila euro; mentre società più piccole di quinta fascia fino a 120mila euro.