Torino, 1° ottobre 2024 - La produzione della 500 elettrica alle Carrozzerie di Mirafiori sarà sospesa fino al primo novembre. Il prolungamento dello stop produttivo è stato comunicato da Stellantis ai sindacati. L'azienda ha spiegato che “persiste la mancanza di ordini legata all'andamento del mercato elettrico in Europa che è profondamente in difficoltà, nonostante la 500e nei primi 8 mesi dell'anno rappresenti il 40% delle vendite nel segmento Ev delle city car (Segmento A) in Europa”.
La fermata produttiva precedente era fino al 14 ottobre. Sia i lavoratori della 500 elettrica sia quelli della Maserati continueranno a usare i contratti di solidarietà. "Stellantis - spiega l'azienda - sta lavorando con determinazione per garantire la continuità di tutti i suoi impianti e delle sue attività. Ribadiamo che alle Carrozzerie di Mirafiori, grazie a un investimento di 100 milioni di euro, presto sarà potenziata la produzione della Fiat 500e con una nuova batteria ad alto potenziale, integrando nuove tecnologie per renderla più accessibile e migliorare l'esperienza cliente, ma all'inizio del 2026 sarà anche avviata la produzione della Nuova 500 ibrida, che sarà realizzata sulla base dell'attuale 500 elettrica. Il complesso di Mirafiori sta vivendo una importante trasformazione, con l'obiettivo di renderlo un vero e proprio polo di innovazione e sviluppo a livello globale, scelta cruciale per vincere la sfida della transizione verso la mobilità sostenibile a cui siamo chiamati. Una visione che prevede un processo di investimenti nel comprensorio torinese e nell'industria automobilistica italiana, finalizzato alla creazione del Mirafiori Automotive Park 2030, che ha al suo interno eccellenze globali la produzione di cambi elettrificati a doppia frizione (eDct), il Plant di Economia Circolare e il Battery Technology Center, oltre alla creazione di un grEEn Campus”.
Stellantis ribadisce che “è sempre accanto ai suoi colleghi e alle sue colleghe in questo momento turbolento, con l'obiettivo di garantire continuità e crescita, confermando il ruolo dell'Italia come uno dei pilastri globali del Gruppo. La transizione, indicata da politica e necessaria per la salute del pianeta e delle persone, è un percorso complesso e impegnativo, che non risparmia scelte difficili e non offre soluzioni a portata di mano, ma esige unità d'intenti e visione, necessarie per accompagnare l'azienda, insieme a tutti i suoi dipendenti, nel futuro”.
L’ad Tavares audito l’11 ottobre in Parlamento
Intanto l’11 ottobre l’ad Tavares sarà audito in Parlamento. “Finalmente. Dopo una lunga battaglia condotta da Azione, che ha visto tutte le opposizioni unite, siamo riusciti ad ottenere che l'AD di Stellantis venga a riferire in Parlamento l'11 ottobre alle 13:00 sulla disastrosa situazione del gruppo. Ci aspettiamo risposte circostanziate e puntuali, non passerelle mediatiche", è l’annuncio del leader di Azione Carlo Calenda.
"La complessa congiuntura internazionale ed europea cui si trova il settore dell’Automotive - sottolinea Stellantis – richiede risposte rapide, frutto anche dell’interlocuzione fra tutte le realtà del settore coinvolte. In questo contesto, il
contributo e la volontà di dialogo e di confronto di Stellantis è costante. A cominciare dal rapporto con le istituzioni: dal Ministero per le Imprese e il Made in Italy, guidato dal ministro Adolfo Urso, al Parlamento. In questo spirito di collaborazione, a seguito delle interlocuzioni con il presidente della X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo, Alberto Luigi Gusmeroli, Stellantis conferma che Tavares interverrà in Commissione il prossimo 11 ottobre alle ore 13. Con la sua presenza, Tavares potrà offrire il quadro più esaustivo sulla produzione automobilistica del Gruppo in Italia, oggetto dell’audizione".
Tuttavia la capogruppo di Avs nella commissione Attività produttive Francesca Ghirra, chiede al presidente Gusmaroli “di convocare l'ad Tavares per il 10, insieme alle parti sociali. Vogliamo sentire anche la voce dei lavoratori". “Stellantis accetta di venire in commissione attività produttive proprio quando i lavoratori stanno per scendere in piazza – aggiunge la capogruppo -, peraltro in un giorno in cui ordinariamente i parlamentari sono al lavoro nei propri territori”.