Sabato 21 Dicembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Stellantis, il governo ora apre: "Fondi per l’elettrico verso lo sblocco"

Il ministro Urso non fa retromarcia sulla ricerca di un nuovo produttore d’auto. "La competizione giova ai cittadini, lo cerchiamo in Asia e in Europa"

Roma, 19 marzo 2024 – Le parole e gli annunci dell’ad di Stellantis, Carlos Tavares, contenuti nell’intervista al nostro giornale, a cominciare dal "puntiamo sull’Italia" e della "centralità" del nostro Paese nei programmi del gruppo, trovano orecchie attente. E, di fatto, riaprono e rilanciano tutta la partita sull’automotive. Tanto che il ministro Adolfo Urso, regista del dossier sul settore, non solo fa sapere che "sono parole che confermano una diversa narrazione sulle potenzialità produttive del nostro Paese", ma annuncia anche la riapertura del tavolo dedicato al settore e il possibile sblocco degli incentivi a partire dal mese di aprile. Anche se tiene fermo il punto sull’arrivo di un secondo produttore.

Il ministro Urso con l'ad di Stellantis
Il ministro Urso con l'ad di Stellantis

Mentre i sindacati, sia pure con toni differenti, chiedono soprattutto conto dell’attuazione degli impegni assunti. Le dichiarazioni di Tavares – incalza Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil – non corrispondono alla realtà che vivono ogni giorno i lavoratori degli stabilimenti italiani. Assistiamo a un progressivo disimpegno. Serve un confronto a Palazzo Chigi".

Una tesi rilanciata dall’ex sindaca di Torino e esponente di spicco dei 5 Stelle, Chiara Appendino: "Lo scenario da lui profilato oggi è totalmente distaccato dalla realtà che vivono i lavoratori italiani del gruppo e quelli delle imprese dell’indotto". Certo è, però, che le dichiarazioni di Tavares segnano una svolta nei rapporti col governo, dopo il gelo dei mesi scorsi, quando tra lo stato maggiore di Stellantis e l’esecutivo si sono moltiplicati gli episodi di scontro più o meno aperto, soprattutto in relazione ai nodi relativi agli incentivi, all’arrivo del secondo produttore e alla stessa governance.

Dalle parti del dicastero di Via Veneto, non a caso si segnala un cambio di passo di Stellantis, laddove Tavares parla di "Italia al centro dei programmi" del gruppo. Ora, però, servono i fatti. "Siamo impegnati a tutelare la filiera dell’automotive – spiega Urso –. Mi auguro che anche Stellantis condivida con noi la necessità di tutelare le imprese dell’indotto e la filiera, mantenendo e rafforzando la produzione nel nostro Paese". Da qui il rilancio del tavolo che, a questo punto, diventa più che possibile. "Tra pochi giorni lo convocheremo – avvisa il ministro delle Imprese e del Made in Italy – Passeremo all’analisi stabilimento per stabilimento di che cosa significa l’impegno dell’azienda in ricerca e sviluppo, innovazione, nuovi modelli e transizione elettrica, e quindi livelli produttivi e occupazionali su cui si impegna con l’obiettivo di raggiungere 1 milione di veicoli prodotti nei prossimi anni".

Il tavolo dovrà servire anche a sbloccare gli incentivi annunciati e non partiti. Incentivi per il passaggio all’elettrico che Tavares chiede a gran voce per tuto il settore. Un dossier delicato e rilevante per il quale il ministro Urso intende premere sull’acceleratore, dopo i rallentamenti degli ultimi mesi. Con l’obiettivo di far decollare le agevolazioni da aprile. C’è, però, un punto che vede ancora distanti le posizioni di Stellantis e del governo: quello della ricerca di un secondo produttore. Tavares considera il possibile arrivo di aziende cinesi un dato negativo per il Paese. Urso, invece, sostiene che "la competizione fa bene ai cittadini, perché il nostro è l’unico Paese in Europa che abbia un unico produttore di auto. Negli altri Paesi ce ne sono 4, 5, anche 7". Dunque: "La nostra interlocuzione è sia con case automobilistiche asiatiche, sia con case occidentali ed europee. Non riguarda solo la produzione di auto e veicoli commerciali, ma anche quella delle batterie". In Italia – insiste - si produce il 30% delle auto che si immatricolano, che sono 1 milione e 600mila. Nessuna preoccupazione, del resto, per possibili fenomeni di dumping cinese: le garanzie per la tutela della componentistica italiana saranno adeguate.