Mercoledì 13 Novembre 2024

Stellantis brinda: "Ci aspetta una rivoluzione"

L’ad Tavares: l’auto elettrica farà salire i costi della mobilità, ma noi siamo pronti a raccogliere la sfida

Migration

Presente migliore del previsto, futuro problematico. Carlo Tavares nel destino di Stellantis intravede incognite pesanti, che vanno ben oltre il Covid e l’aumento del costo delle materie prime, che nella seconda parte dell’anno si spera non incidano. Il vero problema è l’elettrificazione del parco auto, che in Europa è già stata fissata al 2035, e nel resto del mondo arriverà forse anche prima. Decisioni per puntano a ridurre le emissioni di Co2, che però avranno un costo politico, economico e sociale altissimo.

"Il vero tema nei prossimi anni sarà il possibile aumento del costo della mobilità" secondo Tavares. "Come reagiranno i cittadini in una democrazia a questo aumento, che sarà la conseguenza delle scelte politiche portate avanti sull’elettrificazione?" si chiede il manager. Stellantis dovrà "rivedere il break-even dell’azienda, che oggi teniamo molto sotto il limite proprio per compensare ogni tipo di volatilità del mercato. Se il costo della mobilità salirà, non ci faremo sorprendere".

"Le performance sono l’unico modo per proteggerci" chiarisce Tavares, aggiungendo che Stellantis "ha le conoscenze per essere leader grazie ai suoi 14 brand globali. Per ognuno di essi esiste un piano di sviluppo, che prima del 2030 porterà le varie gamme prodotto a essere interamente elettrificate.

Anche in Italia, la rivoluzione potrebbe essere imminente. Perchè, spostandosi verso l’elettrico, vanno anche resettate gran parte delle voci di costo, che a una prima analisi avevano penalizzato i nostri impianti, tanto che Tavares li aveva bocciati. Ora tutto cambia, la gigafactory a Termoli è solo la prima di una serie di trasformazioni che aspettano le fabbriche italiane, anche grazie all’alto livello del dialogo con Governo e sindacati.

Intanto, Stellantis chiude il semestre con ricavi netti a 75,3 miliardi, in crescita del 46%, e un utile netto di 5,936 miliardi rispetto alla perdita di 813 milioni del 2020. La liquidità industriale disponibile è di 51,4 miliardi.