Venerdì 22 Novembre 2024
GIORGIO COSTA
Economia

Il tonfo in Borsa di Stellantis (-14,7%): tutte le ragioni della crisi

La società taglia le stime per il 2024: contraccolpo sui mercati. Il tracollo della produzione, il rischio di cassa integrazione per i dipendenti, le ombre di una fusione

STELLANTIS: INAUGURAZIONE PRIMO HUB DI ECONOMIA CIRCOLARE

Tonfo di Stellantis in Borsa, il titolo scende sotto i 13 euro (Ansa)

Roma, 30 settembre 2024 – Problemi di performance in Nord America uniti alla crisi globale di settore stanno mettendo in difficoltà Stellantis – peraltro è sempre più vicina l’uscita del Ceo Carlos Tavares - che corregge (al ribasso) le sue stime, generando fibrillazione nel comparto. E a Piazza Affari dove il valore del titolo si è più che dimezzato nel breve volgere di sei mesi. In mattinata, infatti, la società ha reso noto che “il margine del risultato operativo è atteso tra il 5,5% ed il 7% per l’intero 2024, in calo rispetto al precedente”, così come il “free cash flow industriale” (la differenza tra i flussi di cassa in entrata da attività operative e i flussi di cassa in uscita per investimenti) è previsto tra -5 miliardi e -10 miliardi di euro, rispetto alle precedenti indicazioni che erano per il segno più.

STELLANTIS: INAUGURAZIONE PRIMO HUB DI ECONOMIA CIRCOLARE
Tonfo di Stellantis in Borsa, il titolo scende sotto i 13 euro (Ansa)

Il tonfo in Borsa

Notizie, queste, che nella mattinata hanno avuto un immediato effetto sui mercati finanziari: a poche ore dall’annuncio, infatti, il titolo cedeva il 10,45% a 13,04 euro, il minimo dall’ottobre del 2022, e ha chiuso a 12,40 euro, in calo del 14,72%, meno della metà del 27,35 euro fatti registrare il 25 marzo scorso. Stellantis - il gruppo nato dalla fusione fra Fiat-Chrysler e Peugeot - è scesa a poco meno di 44 miliardi, circa la metà di Ferrari.

La crisi del settore

A pesare l’attesa di vendite inferiori nel secondo semestre in diverse aree nel contesto di una crisi globale del comparto automobilistico che investe Volkswagen (per ragioni analoghe aveva rivisto le sue stime al ribasso), ma vanno male anche Volvo, Renault, Bmw e Mercedes.

Nel 2023, secondo i dati sindacali, Stellantis ha prodotto in Italia 751mila veicoli, di cui 521mila auto e 230mila veicoli commerciali. Negli ultimi 17 anni, dal 2007 al 2024, la produzione di auto in Italia di Fiat (poi Fca e Stellantis) si è ridotta di quasi il 70%, da 911mila alle 300mila stimate quest’anno se continuerà l’attuale trend. Delle 505mila auto vendute in Italia, meno della metà è stata prodotta nel nostro Paese (225 mila). Da tutto questo segue che alle Carrozzerie di Mirafiori, a causa della mancanza di ordini per la Fiat 500 elettrica, si pensa alla “settimana cortissima”, ossia di quattro giorni. Il timore, in questo caso, è che il contratto di solidarietà che coinvolge 3.200 dipendenti potrebbe non essere sufficiente e si potrebbe ricorrere ancora alla cassa integrazione.

Gli investimenti sull’elettrico 

D’altra parte, lavora e lavorerà a pieno ritmo, invece, il reparto eDct, quello delle trasmissioni per i veicoli elettrici. E c’è la previsione, da qui a fine anno, di portare da 500 a 700 gli addetti fissi del reparto. Il resto della fabbrica aspetta l’arrivo della Fiat 500 Ibrida o di un modello Leapmotor da assemblare.

Le voci di una fusione con Renault

In questo scenario decisamente complesso - in Europa Stellantis punta alla leadership del mercato, con un secondo semestre che la conferma al 2° posto nella classifica europea e una quota di mercato totale di quasi il 18% - sono tornate a circolare voci di un'operazione mastodontica dal punto di vista industriale e cioè della possibile fusione tra Stellantis e Renault. Voci che hanno portato nuovamente i vertici di Stellantis a negare un possibile piano di fusione tra i due Gruppi. In particolare, John Elkann ha dichiarato oggi a Reuters che non ci sono piani per la fusione con altri produttori e che Stellantis è concentrata a portare avanti il suo piano di lungo termine. Intanto i sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato uno sciopero per i lavoratori di Stellantis e di tutto il settore automotive per venerdì 18 ottobre con una manifestazione nazionale a Roma.

Ad alimentare le speculazioni su di una maxi alleanza tra Gruppi automobilisti il fatto che il 15 ottobre, a margine del Salone di Parigi, si terrà un incontro a cui parteciperanno pochi media in cui parleranno insieme Luca de Meo (Ad di Renauld), Carlos Tavares (Ad di Stellantis) e forse addirittura Oliver Zipse Ceo del Gruppo BMW. Quello che è certo è che l'attuale situazione del mercato sta facendo discutere della necessità di ulteriori operazione d'accorpamento per poter continuare a competere. Nel caso della fusione Stellantis-Renault si tratterebbe di un'operazione enorme visto che andrebbe a creare un Gruppo composto da ben 18 marchi.

Un'operazione che piace al governo francese (che detiene una quota di Stellantis e di Renault) ma meno a Tavares, che in passato aveva paventato i rischi di un'eccessiva omogeneizzazione di marchi, modelli e progettazione. Non piace nemmeno ai sindacati visto che una maxi fusione come questa porterebbe sicuramente a sacrificare qualcosa in termini di fabbriche e forza lavoro. Luca de Meo, invece, in passato aveva aperto a collaborazioni, citando il modello Airbus come quello da seguire in Europa anche nel settore automotive.