Lunedì 12 Agosto 2024
NICHOLAS MASETTI
Economia

Stati di crisi, 60mila posti in bilico: "Serve un tavolo con Palazzo Chigi"

L’allarme della Cgil: "In 7 mesi 2.500 lavoratori a rischio in più: manca una vera politica industriale"

Stati di crisi, 60mila posti in bilico: "Serve un tavolo con Palazzo Chigi"

Adolfo Urso, 67 anni, ministro per. Imprese e. Made in Italy nel governo Meloni

Manca una politica industriale complessiva e i lavoratori in bilico sono oltre 60mila. La Cgil traccia una linea su quanto sta facendo il governo Meloni per le aziende, chiedendo più attenzione al ministero delle Imprese e del Made in Italy e ad Adolfo Urso. E lancia l’allarme: "In sette mesi nei dossier aperti al Mimit ci sono 2.547 persone in più a rischio, superando quota 60mila. Altri 120mila sono invece in pericolo per le transizioni". A dirlo è Pino Gesmundo, segretario confederale Cgil che ha la delega sulle politiche industriali ed energetiche, ma anche su infrastrutture, trasporti e aree di crisi.

Gli stati di crisi, secondo la Cgil, sono riconducibili anche alla mancanza di "una politica industriale complessiva, non essendoci una visione generale del Paese rispetto alle politiche di sviluppo, agli investimenti e alle risorse. E alla fine noi continuiamo a indietreggiare". Per questo Gesmundo chiede un tavolo di confronto a Palazzo Chigi, già per settembre, cosa manifestata anche dalle altre sigle sindacali. L’obiettivo è quindi quello di discutere della crisi settoriale in modo congiunto e non seperatamente, ministero per ministero, ma direttamente alla presidenza del Consiglio. "Abbiamo il bisogno di affrontare complessivamente il tema della politica industriale, sta alla premier Giorgia Meloni – prosegue il segretario confederale –. Se servono risorse ci sono risposte che non può dare il ministro Urso senza sentire il ministro Giancarlo Giorgetti, se parliamo di politiche energetiche non le può fare il ministro Gilberto Pichetto Fratin senza sentire Urso e Giorgetti".

Ma nel portafoglio ci sono anche le crisi regionali: "Solo sui tavoli di Puglia e Veneto ci sono altri 32mila lavoratori a rischio. E guardando al prossimo anno, le chiusure delle centrali Enel a carbone di Civitavecchia e Brindisi produrranno circa tremila esuberi nell’indotto", insiste Gesmundo. Per un tavolo risolto ecco che se ne apre un altro. Il riferimento della Cgil è sull’accordo raggiunto per lo stabilimento Marelli di Crevalcore, nel Bolognese, ceduto a Tecnomeccanica. "Un ottimo risultato". Ma poi la stoccata indiretta a Urso: "Negli ultimi due mesi però ecco le crisi di Fbm Hudson e Seri Industrial". Tanto che da Fratelli d’Italia intervengono in difesa del ministro: "Da quando ci siamo insediati i tavoli di crisi al Mimit si sono sempre risolti positivamente, vedi anche i casi di Wärtsilä e Whirlpool Enea", dice il senatore Matteo Gelmetti. Il deputato Silvio Giovine gli fa da spalla: "Il Mimit, con Urso, sta fornendo risposte concrete e tangibili, vedi anche l’ex Ilva (pubblicato il bando per le offerte, sono in corsa diversi soggetti industriali, ndr) e il polo siderurgico di Piombino".

Un panorama che però non basta alla Cgil: "Ogni volta che risolvi un problema hai comunque perso dei posti di lavoro", conclude Gesmundo. E sul tavolo del Mimit ci sono ancora 58 dossier, tra cui Piacentini, Bellco e Liberty Magona.