Lunedì 8 Luglio 2024
MADDALENA DE FRANCHIS
Economia

Startup di successo: quale sarà il prossimo unicorno italiano?

Da Scalapay a Satispay, ci sono aziende che, appena nate, sono diventate colossi internazionali. Un quadro su cosa succede in Italia (che però è lo Stato che su questi temi investe meno)

Roma, 30 ottobre 2023 – Sebbene risulti ancora la decima economia più grande del mondo, l’Italia non rientra neppure tra i primi venti Paesi europei che investono maggior capitale nella crescita delle proprie startup: è la premessa da cui parte Sifted, magazine online sostenuto dal Financial Times e specializzato nel racconto dell’ecosistema europeo delle startup.

Alberto Dalmasso, founder di Satispay (Imagoeconomica)
Alberto Dalmasso, founder di Satispay (Imagoeconomica)

Negli ultimi tempi, tuttavia, il Paese ha compiuto notevoli passi avanti sulla strada dell’innovazione, come dimostrano i risultati incoraggianti del piano Industria 4.0, varato nel 2016 e divenuto, successivamente, piano Impresa 4.0 e piano nazionale della Transizione 4.0. Quest’ultimo è stato inserito nella ‘missione 1’ del Pnrr, con l’obiettivo di promuovere la trasformazione digitale delle imprese e incentivarla attraverso il riconoscimento di crediti d’imposta per investimenti privati in beni e attività a sostegno della digitalizzazione. Anche gli investimenti del venture capital hanno subito un incremento notevole, in controtendenza con quanto accaduto, nel 2022, nel resto d’Europa: mentre il nostro Paese ha registrato una crescita del 48%, rispetto al 2021, dei finanziamenti distribuiti a startup, scaleup e Pmi innovative (dati Osservatorio sul venture capital in Italia, realizzato da Growth Capital in collaborazione con Italian Tech Alliance); in Europa sarebbero solo 91,6 i miliardi di euro investiti nel 2022, al cospetto dei 108,9 miliardi dell'anno precedente.

Quali sono gli unicorni italiani e chi starebbe per diventarlo?

Secondo Sifted, un altro dato incoraggiante riguarda gli unicorni, ovvero le startup con una valutazione da almeno un miliardo di euro/dollari: il magazine scommette che, nei prossimi mesi, almeno tre italiane sarebbero pronte a tagliare questo traguardo prestigioso, raggiunto nel 2022 da due realtà dell’e-commerce e fintech, Scalapay e Satispay. La startup del ‘Compra ora, paga dopo’ Scalapay ha raccolto, nel febbraio 2022, 497 milioni di dollari di investimenti ‘Series B’: il maggior investimento di sempre in una startup italiana. Successivamente, il fornitore di pagamenti digitali Satispay, che oggi annovera più di 3 milioni di clienti iscritti, si è assicurato un investimento da 320 milioni di euro, entrando così di diritto nel ristretto club degli unicorni italiani, avviato negli anni precedenti da Yoox e Depop. Ma quali potrebbero essere le prossime startup a varcare la soglia? Basandosi su dati Dealroom, Sifted ne individua tre: Immobiliare.it, InfoCert e Casavo. Vediamo nel dettaglio di cosa si occupano e come sono articolate.

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Immobiliare.it

Fondata nel 2005 a Milano, ‘Immobiliare.it’ offre agli utenti una piattaforma (app e sito web) per acquistare, vendere o affittare case e appartamenti, con la possibilità di accedere a una valutazione immobiliare gratuita e monitorare come cambiano i prezzi di mercato nel tempo. La valutazione ammonterebbe, al momento, a 660 milioni di dollari.

InfoCert

La romana InfoCert, fondata nel 2007, è un qualified trust service provider, con un’offerta di servizi legati alla sicurezza digitale. La sua valutazione è di 551 milioni di dollari: l’ultimo finanziamento raccolto, ricorda Sifted, risale a ottobre 2021 e ammonta a 100 milioni di euro, con il sostegno della società di capitale di crescita Bregal Milestone.

Casavo

Infine, la proptech italiana Casavo, fondata a Milano nel 2017, è attiva nel mercato instant buying immobiliare, cioè offre supporto agli utenti desiderosi di vendere o acquistare casa. Più nel dettaglio, i venditori possono ricevere un’offerta di acquisto direttamente da Casavo, oppure trovare l’acquirente sul mercato grazie alla rete di agenzie partner. Inoltre, la piattaforma di Casavo mette in contatto gli operatori del settore immobiliare, tra cui agenzie immobiliari, banche e società di ristrutturazione. Nell’estate 2022, l’azienda aveva chiuso un round di investimento di serie D da 100 milioni di euro, guidato da Exor. A fine anno, si era assicurata ulteriori linee di credito di 300 milioni da parte di Intesa Sanpaolo, Viola Credit e altri istituti di credito, tra cui Unicredit. Il totale della raccolta, dalla nascita nel 2017 a fine 2022, ammontava quindi a 843 milioni di euro: una somma che le consentiva di sognare in grande, puntando ad acquisire un ruolo di riferimento per il mercato immobiliare europeo. Nei primi mesi del 2023, tuttavia, la congiuntura difficile – tra aumento dei tassi d’interesse, contesto inflazionistico e prudenza sul mercato dei capitali tech – ha spinto l’ad e fondatore Giorgio Tinacci ad annunciare una drastica ristrutturazione, tale da condurre a un taglio sino al 30% della forza lavoro (complessivamente costituita, a febbraio 2023, da circa 450 dipendenti).