Bologna, 4 ottobre 2023 – È un’istantanea a luci e ombre, quella che emerge dagli ultimi due rapporti sullo spreco di cibo in Italia: da una parte, l’indagine firmata da Waste Watcher, International Observatory on Food & Sustainability, promossa dalla campagna ‘Spreco Zero’ di Last minute market con il monitoraggio Ipsos/Università di Bologna, rileva un incoraggiante calo dello spreco domestico, pari a -25% rispetto a quello registrato un’estate fa; dall’altra, il focus elaborato dal Centro studi Divulga, su dati Eurostat, colloca l’Italia al terzo posto in Europa per il quantitativo di cibo buttato via o perso e attribuisce a ciascun cittadino italiano la responsabilità di 146 kg di cibo sprecato ogni anno. Entrambe le analisi sono state rese note il 28 settembre, data scelta quattro anni fa dalle Nazioni unite per celebrare la Giornata internazionale di sensibilizzazione sulle perdite e sprechi alimentari.
L’indagine
Il monitoraggio ha interessato 8 Paesi del mondo: Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Olanda e Azerbaijan. I dati emersi attestano la criticità del periodo e l’incidenza dell’inflazione – anche e soprattutto alimentare – che si abbatte con gravi rincari sui cittadini di tutto il mondo. Probabilmente in conseguenza del cosiddetto ‘caro-spesa’, lo spreco alimentare è crollato in tutti i Paesi presi in esame, tra i quali addirittura gli Stati Uniti, che storicamente rappresentano l’area meno attenta al fenomeno e, al contrario, sono presenza fissa ai vertici della nefasta graduatoria sullo spreco di cibo nelle case. Negli Usa, infatti, lo spreco alimentare scende addirittura del 35%, arrivando a quota 859,4 grammi settimanali pro capite (-479 grammi rispetto al 2022, un calo record).
Più contenuto, ma decisamente ‘tangibile’, il calo dello spreco alimentare domestico in Italia: scende del 25% circa, e si assesta su 469,4 grammi settimanali per ogni cittadino (–125,9 grammi rispetto alla rilevazione dell’estate 2022,-ma anche 54,7 in meno rispetto alla rilevazione dello scorso gennaio).
Guardando, più in generale, all’Europa, sono Spagna e Francia le nazioni più virtuose: si collocano, rispettivamente, a quota 446 e 459 grammi settimanali. Clamoroso anche il miglioramento della Germania, che riduce lo spreco medio del 43% circa, e si porta a quota 512,9 grammi settimanali (- 379,5 grammi di cibo sprecato spetto alla rilevazione 2022). Resta contenuto, ma si nota, il miglioramento dei cittadini del Regno Unito, a quota 632 grammi settimanali di cibo sprecato pro capite, con – 94 grammi rispetto alla rilevazione 2022. Nella rilevazione 2023 del Cross country report fa il suo ingresso l’Azerbaijan, mostrando un dato fortemente negativo: 1116,3 grammi di cibo gettato nel corso di una settimana pro capite. Il dato si avvicina alle stime 2022 degli Stati Uniti e dimostra l’utilità delle campagne di sensibilizzazione sul tema: uno sforzo di divulgazione che in Azerbaijan è appena cominciato, dunque potrebbe dare i suoi frutti nelle prossime stagioni.
L’analisi del Centro studi Divulga
Secondo lo studio condotto dal Centro studi Divulga, intitolato ‘Spreco e fame’, l'Italia si colloca al terzo posto in Europa per il quantitativo di cibo gettato o perso ogni anno (8,65 milioni di tonnellate). Peggio di noi fanno solo la Germania, con 10,9 milioni di tonnellate, e la Francia, con 9 milioni di tonnellate. Seguono Spagna (4,26 milioni di tonnellate) e Polonia (4 milioni di tonnellate). Insieme, questi cinque paesi rappresentano il 63% del totale di quasi 59 milioni di tonnellate di cibo sprecato in tutta l'Unione Europea.
In Italia lo spreco maggiore in famiglia
Nel contesto italiano, la maggior parte degli sprechi avviene nelle famiglie, il che contribuisce al 73% del totale (circa 107 kg pro-capite). Il dato dimostra più di ogni altro come gli italiani debbano ancora imparare ad attuare comportamenti di consumo più consapevoli. Successivamente ci sono gli sprechi registrati a livello di filiera, sia nell’ambito di produzione, trasformazione e commercializzazione (21%, con 30 kg pro-capite), sia nella distribuzione e ristorazione (6%, con 9 kg pro-capite). Lo studio elaborato da Divulga ha anche calcolato che ben il 79% delle perdite economiche - pari a 17,92 miliardi di euro - si verifica all'interno delle abitazioni, mentre il rimanente 21% è suddiviso tra la produzione primaria (11%, corrispondente a 2,4 miliardi di euro), l'industria alimentare (4%, con 960 milioni di euro), la distribuzione (4%, con 970 milioni di euro) e i servizi di ristorazione (2%, con 550 milioni di euro).