Roma, 28 settembre 2018 - Che cos'è lo spread che è volato a quota 280 punti e preoccupa mercati e investitori?
Lo spread è il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali italiani, cioè i Btp a 10 anni, e gli omologhi titoli di Stato tedeschi Bund. Considerando che i titoli di Stato sono delle obbligazioni che un Paese emette in cambio di soldi da parte dell’investitore, con un relativo rendimento a una determinata scadenza, più l'economia di uno Stato va a gonfie vele, minore è il rendimento perché il rischio dell'investimento è molto basso. E viceversa.
Dopo l'annuncio della nota di aggiornamento del Def, lo spread è balzato oggi a quota 280, il top dal 5 settembre, e il tasso dei titoli decennali è schizzato al 3,27%, mentre quello dei biennali è all'1,206%. Senza contare, il venerdì nero per Piazza Affari, maglia nera delle Borse europee con i titoli bancari particolarmente in sofferenza.
Prima delle notizie confermate sul Def, lo spread aveva chiuso a 237, in meno di 24 ore, è già aumentato dunque di quasi 50 punti. Il motivo? Le vendite sui titoli di Stato italiano si intensificano sulla scia dei timori per la manovra di bilancio in Italia, dove si profila una sfida con Bruxelles dopo che il governo ha optato per un deficit/Pil al 2,4% nei prossimi tre anni.
A questo punto, viene da chiedersi, quali sono gli effetti?
1) Il debito pubblico: se salgono i tassi aumenta il costo per finanziare il debito. E Considerando che l'Italia ha un debito molto alto rispetto agli altri Paesi Ue e che il Qe verrà ridotto, è chiaro che l'allarme c'è. Senza contare che, a breve, arriveranno anche i giudizi delle agenzie di rating che potrebbero far salire ulteriormente lo spread. Per fare un esempio: Parigi ha dato il via a una manovra in deficit sfiorando la soglia del 3 per cento, ma ha un debito pubblico del 96,4% (e uno spread di 78 punti) a fronte di un 131,8% dell'Italia.
2) Le imprese: il rialzo dello sprad potrebbe avere effetti negativi anche sulle imprese. Non parliamo di uno spread a 550 punti, quando nel 2011 si parlò di 'febbre' e portò l'allora premier Silvio Berlusconi a dimettersi. Il problema? Aumenta lo spread, le banche ravvisano problemi di liquidità e le imprese faticano ad avere credito.
3) I mutui: un altro effetto negativo, può essere l'aumento dei tassi dei mutui. Se dovessero aumentare le incertezze politiche, per chi deve stipulare un nuovo mutuo c'è il rischio stangata. Un esempio? Un punto in più di un tasso su un mutuo di 100mila euro comporta un aggravio mensile che può arrivare a 60 euro.