Milano, 26 ottobre 2018 - Giornata nervosa per spread e Borsa Italiana, in attesa del giudizio di Standard & Poor's sull'Italia che dovrebbe arrivare in serata, alla chiusura di Wall Street (22.30 circa). A Piazza Affari l'Ftse Mib arriva a cedere il 2%, per poi limare le perdite in chiusura, terminando - grazie a un inatteso sprint finale - fino a -0,7%. L'Ftse Mib fa segnare 18.683,27 punti. Soffrono tutte le piazze europee, penalizzate dai timori su Brexit e crescita (i previsori della Bce oggi hanno tagliato le stime sul Pil dell'Eurozona). Lo spread tra Btp e Bund chiude in lieve calo a 307,9 punti base, dopo essersi avvicinato a 320 in mattinata, con il decennale in calo a 3,43%. Ieri l'allarme di Draghi su famiglie, imprese e banche, con i titoli di credito che anche oggi hanno terminato deboli sul listino milanese.
DI MAIO CONTRO DRAGHI - Il numero uno dell'Eurotower "avvelena il clima in un momento in cui si dovrebbe tifare Italia", attacca Luigi Di Maio secondo cui il nostro Paese riceverebbe più rispetto dai ministri tedeschi che dal capo della Bce. Il vicepremier, che assicura di non temere il giudizio di S&P, non esclude eventuali aiuti alle banche. "Sostenerle non significa prendere soldi dagli italiani", precisa. Sia lui, sia Salvini, ribadiscono che la manovra non si tocca. Ma l'avvertimento lanciato oggi dall'ex presidente dell'Eurogruppo Dijsselbloem è eloquente: "L'Italia rischia il fallimento, le banche collasseranno".
LA REPLICA - Draghi, dal canto suo, si tiene alla larga dalle polemiche, limitandosi a un "no comment" ai giornalisti che gli chiedono un commento. Tuttavia, nel suo intervento alla Banca nazionale del Belgio, difende l'autonomia delle banche centrali dalle pressioni politiche e dalle necessità di bilancio: "L'indipendenza è essenziale perché la sua azione sia credibile e dunque la politica monetaria sia efficace". Una banca centrale, dunque, non deve essere soggetta a vincoli politici e "deve essere libera di scegliere gli strumenti più appropriati per assolvere il suo mandato". "I legislatori - conclude Draghi - dovrebbero quindi proteggere l'indipendenza delle banche centrali, perché è essenziale per l'adempimento del mandato che essi stessi hanno definito".
L'ASTA DEI CTZ - Oggi, intanto, si registra un balzo dei rendimenti per l'asta di CTz e BTp indicizzati all'inflazione dell'area euro. Si piazzavano titoli per poco meno di 4 miliardi, il costo del debito a carico del Tesoro è cresciuto in maniera significativa. Per i soli CTz, che hanno visto schizzare il loro rendimento ai massimi dal maggio 2014, il costo è più che raddoppiato: si è passati dai 7,15 milioni di euro per ogni miliardo dell'asta dello scorso settembre, ai 16,26 milioni per ogni miliardo nell'asta di oggi. Considerando che nell'asta di oggi il Tesoro ha emesso 3 miliardi dello 'Zero Coupon', l'ammontare complessivo degli interessi è pari a 48,78 milioni su base annua.