Venerdì 9 Agosto 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Spiagge libere addio. Boom di stabilimenti balneari attrezzati: il 26% in più del 2013

Il report di Unioncamere: la concentrazione più alta sulla Riviera romagnola. Dal 2011 la Sardegna ha visto triplicare le aree occupate dalle attività

Roma, 8 agosto 2024 – La crescita degli stabilimenti balneari in Italia non conosce sosta. In oltre un decennio, proprio quello che doveva vedere l’applicazione della direttiva Bolkestein, sono aumentati del 26,4 per cento, con una costante e continua espansione, lungo le coste della Penisola, del 2 per cento l’anno dal 2011 in avanti, con la contestuale diminuzione delle spiagge libere.

A offrire l’ultima, aggiornata radiografia dell’industria balneare è l’indagine Unioncamere-InfoCamere, basata sul Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, che segnala innanzitutto come al termine del 2023 sono 7.244 le attività registrate nel settore della gestione di stabilimenti. Un dato che è solo quello complessivo e che va analizzato in primo luogo nella sua scomposizione territoriale.

E così abbiamo la conferma di una realtà consolidata. La Riviera romagnola rimane saldamente al vertice dell’offerta per numero di realtà, "segnalando – spiegano i ricercatori – ormai una saturazione delle possibilità di accoglienza". A crescere, però, sono un po’ tutte le altre coste dello Stivale con la Calabria in testa (+358 imprese nel periodo) seguita dalla Campania (+188) e dalla Sicilia (+180).

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La costa romagnola, dunque, è quella che ospita il maggior numero di imprese balneari: 1.052 realtà che, insieme, rappresentano il 14,5% del totale nazionale. Ravenna (186), Rimini (154) e Cervia (150) guidano la classifica per numerosità.

Questi comuni, insieme a Riccione e Cesenatico, formano – avvisano gli analisti di Unioncamere – "un quintetto d’oro che contribuisce a rendere la Romagna il cuore pulsante delle nostre coste, grazie alla vivacità e varietà dell’offerta". Per inciso è da osservare come Roma, nella classifica dei primi 20 comuni italiani per numero di imprese registrate al 31 dicembre 2023, si collochi al settimo posto. A livello regionale, a seguire la Romagna è la Toscana. Anzi, spetta a una località della regione, Camaiore, il primato nella classifica della densità di imprese per chilometro di costa: ben 92 lungo i soli 3 km di litorale del comune toscano, pari a una media di 30 attività per chilometro. Al secondo posto c’è Pietrasanta, un’altra perla del litorale tirrenico, con una densità di 22,3 imprese per chilometro. A chiudere il podio delle regioni con il maggior numero di imprese balneari c’è la Liguria (797), meta storica del turismo estivo per i residenti del Nord ma apprezzatissima anche da tanti altri visitatori, italiani e stranieri.

Ma se la Romagna e la Toscana consolidano primati storici nel settore balneare, la dinamica di crescita più sostenuta, in termini percentuali, si registra al Sud e nelle isole. Dal 2011 a oggi la Sardegna ha triplicato le imprese balneari e brilla con una crescita eccezionale del 190% mentre la Calabria ha visto più che raddoppiare le attività balneari con sede legale nel suo territorio, con un aumento del 110,4% nel periodo. Anche Sicilia (+75,4%), Puglia (+52,5%) e Campania (+36,9%) hanno conosciuto sviluppo di imprese balneari senza precedenti. Se, infine, consideriamo la struttura delle imprese, si conferma che quelle balneari sono spesso a conduzione familiare.

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Le società di persone rappresentano il 42% delle imprese, mentre le società di capitale sono in crescita (31%), indicando un settore sempre più professionalizzato e pronto ad affrontare le sfide del futuro. Cresce anche la partecipazione femminile a questa tipologia di attività. Oltre il 25% delle imprese balneari (contro la media del 22% che si registra per il totale dei settori dell’economia) è guidato da donne, con la Basilicata (33,3%) e Calabria (30,9%) al vertice dell’incidenza di imprese rosa sul totale.