
Il cambio di amministrazione da Biden a Trump non ha cambiato la linea del Dipartimento di Giustizia Usa nella causa...
Il cambio di amministrazione da Biden a Trump non ha cambiato la linea del Dipartimento di Giustizia Usa nella causa Antitrust contro Google. Anzi, Washington procede implacabile nel ribadire la richiesta di ’spezzatino’, ovvero la vendita del browser Chrome, porta d’ingresso principale per quasi tutti i servizi di Alphabet (la casa madre di Google). Lo scorso agosto, il giudice Amit Mehta aveva ritenuto Mountain View responsabile di monopolio nella ricerca online. E ieri il Dipartimento di Giusitiza Usa si è rivolto alla corte federale di Washington, insistendo sulla proposta già presentata novembre. "La condotta illegale di Google ha creato un colosso economico che scatena il caos sul mercato per garantire che – non importa cosa accada – Google vinca sempre", si legge nelle carte. "Il popolo americano è quindi costretto ad accettare le sfrenate richieste e le preferenze di un leviatano economico in cambio di un motore di ricerca di cui il pubblico può godere".
Il giudice ha insistito sul fatto che "Google deve abbandonare il browser Chrome, per fornire l’opportunità a un nuovo rivale di gestire un importante gateway per la ricerca su Internet", libero dal controllo monopolistico. Significativo il fatto che questo sia stato il primo passo dell’Antitrust targato Trump, anche se avviene ancor prima che il nuovo capo della divisione, Gail Slater, sia stato confermato dal Senato. Google potrà mantenere il suo investimento nella startup di intelligenza artificiale Anthropic ma dovrà notificare preventivamente investimenti in altre società di IA. Vietare a Google investimenti dell’Ia potrebbe "causare conseguenze involontarie" nel settore.
Il portavoce di Mountain View, Peter Schottenfels, ha criticato il Dipartimento di Giustizia, le cui proposte si spingono al di là della decisione del tribunale e danneggeranno "i consumatori americani, l’economia e la sicurezza nazionale".
f. f.