"Le imprese artigiane si candidano a essere protagoniste della transizione green e la CNA si conferma una grande forza sociale sensibile ai valori della sostenibilità in tutte le due dimensioni, ambientale, economica e sociale". Il presidente Dario Costantini e il segretario generale Otello Gregorini della Confederazione degli artigiani e delle piccole imprese rivendicano "il ruolo di propulsore dell’imprenditoria diffusa sulle grandi sfide che attendono il Paese, dall’energia all’innovazione".
Quale contributo possono offrire le piccole imprese nella transizione green?
Costantini: "Sgombriamo il campo dal luogo comune che i piccoli siano un freno alla crescita e alle grandi trasformazioni. L’Italia ha tanti problemi ma rimane una grande potenza economica, la seconda manifattura in Europa e conta oltre 120mila aziende esportatrici che hanno smentito le tante cassandre che prevedevano l’inesorabile declino del Made in Italy. Performance realizzate da un tessuto produttivo composto per il 98% da imprese con meno di 50 addetti. La piccola impresa è il principale alleato per conseguire gli ambiziosi obiettivi dell’agenda 2030 sottoscritti dall’Italia".
Nello specifico quali sono le vostre proposte?
Gregorini: "Abbiamo presentato proposte per dare risposte al tema della sostenibilità su cui c’è una diffusa consapevolezza nel mondo che rappresentiamo. Sono gli artigiani ad aver inventato l’economia circolare ben prima che diventasse un valore nell’economia moderna. In concreto ad aprile dell’anno scorso abbiamo messo a punto un progetto per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili con un credito d’imposta del 50% sfruttando l’enorme potenziale delle piccole imprese".
Il governo ha inserito nelle modifiche al Pnrr uno stanziamento di 1,5 miliardi per incentivare l’autoconsumo delle Pmi.
Costantini: "Un nostro importante successo ma soprattutto un beneficio per il Paese. Diamo atto al governo di aver accolto la nostra proposta sulla quale ci siamo mobilitati come sistema su tutto il territorio. Un risultato che contiene anche un importante significato politico. La prima versione del Pnrr prevedeva alla Missione 2 ben 6 miliardi per lo sviluppo delle rinnovabili ma zero risorse per le Pmi. La modifica mostra un’attenzione verso la fotografia reale del tessuto produttivo italiano".
Gregorini: "Aggiungo un altro elemento sul significato politico. Le modifiche indicano anche una parziale svolta nell’approccio del governo per la realizzazione del piano. Già ai tempi del Governo Conte 2 avevamo proposto di coinvolgere i capitali privati nella realizzazione del Pnrr. È impensabile immaginare che l’apparato pubblico possa quadruplicare la capacità della spesa per investimenti in pochi mesi. Le risorse per l’autoproduzione e l’efficienza energetica delle Pmi, quelle per transizione 5.0 saranno impiegate direttamente dalle imprese, velocizzando gli investimenti".
Qual è l’impatto che può avere l’incentivo ai piccoli impianti?
Costantini: "Realisticamente si possono coinvolgere 200mila Pmi per l’installazione di impianti medio-piccoli (da 12 a 200 kWh) sfruttando l’enorme potenziale offerto dai capannoni. I numeri sono importanti: nuova potenza installata pari a 8.700 MW, produzione addizionale annua di 10mila MW che corrisponde a poco meno di un terzo di tutta l’energia generata da impianti fotovoltaici. Un taglio al consumo di gas per un miliardo di metri cubi e la riduzione delle emissioni di CO2 per 3,6 milioni di tonnellate nei dodici mesi. Oltre ai benefici diretti, il programma sarebbe di stimolo per la ricerca e la produzione di impianti fotovoltaici nonché le ricadute economiche con almeno 20mila installatori impegnati".
Gregorini: "Ci sono anche altri elementi positivi. Non si consuma nuovo prezioso territorio e in una fase di debolezza congiunturale si attivano investimenti da parte delle imprese che altrimenti non si realizzerebbero. E soprattutto potrà scendere in modo significativo il costo delle bollette".
C’è ancora allarme sui costi energetici? Chiedetenuovi aiuti?
Costantini: "Il costo dell’energia rimane a livelli altissimi nonostante non faccia più notizia e penalizza soprattutto le nostre imprese. La sostenibilità non può essere a senso unico. Le aziende devono essere sostenibili ma anche il contesto in cui operano deve esserlo. La riforma della bolletta non è rinviabile".
Gregorini: "Gli ultimi due Governi hanno speso 80 miliardi per contenere l’impennata dei prezzi energetici ma i sussidi passano mentre le storture restano. Le piccole imprese sono tornate a pagare l’energia quattro volte più di una grande e il 35-40% in più dei concorrenti europei".
Tema Superbonus. Cosa chiedete al Governo?
Costantini: "Premessa: nessuno ha mai pensato che potesse essere permanente. Noi abbiamo chiesto una exit strategy ordinata per consentire di portare a termine i lavori senza nuove modifiche retroattive e trovare soluzioni alle difficoltà generate da un quadro normativo in continua evoluzione. Sui crediti incagliati siamo ancora in attesa di risposte".
Gregorini: "A proposito di transizione, il patrimonio abitativo è responsabile del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni. Come per l’autoproduzione, la CNA sta definendo una proposta organica sugli incentivi per la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza delle case degli italiani che verrà illustrata all’esecutivo. Un riordino improntato alla sostenibilità dei conti pubblici e del mercato e fondato su un orizzonte di lungo periodo".