SEMPRE UTILE ROVISTARE nella scatola dei ricordi. Fa bene: aiuta a capire la strada già percorsa e ad intuire quella che è ancora da fare. Che poi, a ben guardare, non è altro che la manovra di avvicinamento tra memoria storica e innovazione. Naturale quindi che nei giorni scorsi, a Rosignano Solvay, nel Livornese, fossero in tanti a celebrare la figura di Ernest Solvay, chimico appassionato che in Belgio, 159 anni fa, aveva inventato la formula, poi brevettata, del famoso Bicarbonato di sodio che da allora porta il suo nome.
Lo stesso Ernest che più tardi avrebbe scelto questa porzione di costa toscana tra le terre elette e strategiche per sviluppare la sua attività, perché possedeva tutti gli elementi necessari per la produzione di soda: il salgemma recuperabile da una miniera vicina, il calcare dalle cave locali e l’acqua del mare. Doveroso ricordare. E quella che è andata in scena giorni fa, con l’iniziativa "Il futuro ha le porte aperte", era un’occasione ghiotta per farlo. Perché 110 anni dopo, quella scelta di monsieur Solvay si presenta per quello che è: un polo chimico di prim’ordine per l’economia locale oltre che nazionale. E perché, 11 anni dopo l’ultima esperienza analoga di accoglienza del pubblico, c’era la necessità di scommettere nuovamente sul rapporto che il gruppo internazionale che ha sede a Bruxelles tiene ad avere con il territorio in cui opera. Appuntamento che Solvay ha condiviso con altri brand (Ineos, Inovyn, Engie, Officina 2000, Siad) presenti nello stesso Parco Industriale, area produttiva di 200 ettari che dà occupazione a oltre un migliaio di persone e crea un indotto per altri 600 collaboratori di ditte esterne. Due giorni speciali per quella che, nel frattempo, è diventata una vera "company town". E non è un caso che i protagonisti di un weekend così particolare siano stati i dipendenti delle aziende, disponibili a ricevere i visitatori, a fare da narratori dei luoghi di lavoro e ad aiutare gli ospiti a prendere visione dei tanti investimenti promossi dal Parco Industriale in materia di risparmio e di efficienza energetica, di riduzione delle emissioni di CO2 e di minor consumo dell’acqua. Un’esperienza cognitiva ma anche scientifica, culturale e ludica. Con il Teatro Solvay a fare da punto di raccordo per l’esplorazione guidata tra i vari siti produttivi, accompagnata da un video d’introduzione agli impianti, da una mostra fotografica in collaborazione con l’Università Popolare di Rosignano, da momenti musicali curati dall’Associazione Bacchelli. E da un’Area "Addestramento Antincendio" dove grandi e piccini hanno potuto partecipare ad esercitazioni pratiche. Senza scordare i poster studiati per esaltare gli obiettivi cari a Solvay e alle altre aziende del Parco Industriale: massima attenzione alla sicurezza, sostenibilità ambientale, programmi di sviluppo e dialogo continuo con i residenti, le associazioni e le istituzioni di Rosignano. Sullo sfondo, le evocazioni mnemoniche. Come quella che ha scomodato il ricordo di Papa Wojtyla, quando, nel marzo di 40 anni fa, fece visita a Rosignano Solvay, ricordando così l’esperienza lavorativa che da giovane, nella sua amata Polonia, aveva vissuto proprio in una filiale della società belga.