È POSSIBILE MISURARE in modo "scientifico" il livello di sostenibilità delle aziende, nonostante manchino ancor oggi sia uno standard universalmente riconosciuto sia un regolamento europeo unico in materia? Per il secondo anno consecutivo ci hanno provato Credit Suisse e Kon group con i Sustainability Awards: un importante riconoscimento, riservato alle aziende italiane che si sono contraddistinte per le loro strategie di sviluppo sostenibile "certificate" mediante un ESG Rating, emesso da Altis Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e da Reprisk. Il risultato è una classifica delle 100 imprese italiane più sostenibili, che mostra tre splendide punte: l’azienda con il rating ESG più elevato in assoluto, quella con il rating più elevato tra le aziende guidate da una donna, infine l’impresa che nell’ultimo anno ha fatto registrare l’incremento più alto nel rating ESG.
Il primo premio è stato vinto per il 2022 da Italcer Group, con sede a Castel Bolognese in provincia di Ravenna: l’azienda guidata da Ceo Graziano Verdi, leader nella realizzazione di prodotti ceramici di alta qualità per esterni e interni e arredo bagni di lusso, ha fatto degli investimenti ESG sul ciclo produttivo la sua bussola. Oggi è un campione dell’economia circolare: basti pensare che impiega nella produzione oltre il 50% di materie prime riciclate ed è capace di recuperare il 99,6% degli scarti di produzione. Il premio "Sustainability Award 2022 Women" è stato vinto invece da Dusty, azienda catanese guidata da Rossella Pezzino de Geronimo, che opera nel settore dell’igiene ambientale, della raccolta dei rifiuti e della costruzione e gestione di impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti solidi urbani, speciali e pericolosi. L’impresa rappresenta un’eccellenza per la dotazione di impianti di riciclo dei rifiuti, di cui il Mezzogiorno è molto carente, e si preoccupa di essere anche "ambasciatrice di civiltà" in un settore produttivo molto complesso, attivando processi di educazione ambientale a favore dell’intera comunità in cui opera. Il premio "Top 50 Performance" per il maggiore incremento nel rating ESG conseguito nell’ultimo anno è stato assegnato infine a Monnalisa, fondata ad Arezzo da Piero Iacomoni, che progetta, produce e distribuisce childrenswear 0-16 anni di fascia alta con il marchio omonimo. La società è fortemente impegnata in progetti innovativi in ambito ESG, come le attività di ricerca per la realizzazione di collezioni, capsule, linee o prodotti a ridotto carbon footprint o carbon neutral. Molte delle aziende incluse nella classifica delle "top 100 sostenibili" in Italia provengono dall’Emilia Romagna e dalla Toscana: non è un caso, a mio avviso, perché si tratta di territori in cui l’impresa è strettamente inserita nel contesto sociale e tende a sviluppare forme "naturali" di sostenibilità. Giocando un ruolo che va molto al di là della produzione di ricchezza per abbracciare spesso una visione "etica" fatta di responsabilità d’impresa, qualità della vita aziendale, rispetto delle persone e dell’ambiente in cui vivono.
La propensione delle aziende italiane a investire in sostenibilità non è stata fermata dalla sequenza di crisi globali che hanno investito le imprese negli ultimi due anni. Al contrario, le aziende eco-investitrici si sono dimostrate in questa fase complessa più capaci di gestire le conseguenze della pandemia e del conflitto ucraino, delle tensioni geo-politiche e del rush dell’inflazione, dello shock energetico e della carenza di materie prime. Imprese più resilienti, in quanto più sostenibili e innovative.
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