L’Unione Europea perde terreno a vantaggio degli Stati Uniti e della Cina nei settori chiave delle tecnologie quantistiche e dell’intelligenza artificiale. È quanto emerge dal rapporto 2023 sulle tecnologie di frontiera elaborato dal Centro Economia Digitale (CED) e presentato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy alla presenza del Ministro Adolfo Urso e del capo di Gabinetto Federico Eichberg.
"L’utilizzo delle tecnologie di frontiera non deve spaventarci, ma dobbiamo essere responsabilmente presenti in questo frangente", ha commentato Urso. "Bisogna costruire insieme un disegno culturale chiaro in modo da declinare le priorità e poi fornire una cornice regolamentare in grado, da una parte, di stimolare la crescita economica, e dall’altra, di tutelare i diritti della persona".
In Italia "avremo dal 2024 la prima legge su intelligenza artificiale, blockchain, quantum computing e su tutte le tecnologie emergenti, che sarà pienamente coerente con l’AI Act europeo. Vogliamo inoltre lavorare in Europa e nel mondo – ha illustrato il ministro – per promuovere l’adozione di un’intelligenza artificiale antropocentrica e affidabile, per garantire un elevato livello di protezione della salute, della sicurezza, dei diritti fondamentali, della democrazia e dello Stato di diritto".
La ricerca elaborata dal CED ha evidenziato che USA e Cina "stanno strategicamente direzionando i propri investimenti innovativi verso i settori delle tecnologie quantistiche e dell’intelligenza artificiale" ha sottolineato il Presidente del CED Rosario Cerra. "L’Europa e l’Italia non stanno facendo altrettanto, ed è quindi urgente accelerare su politiche industriali e dell’innovazione mirate, sfruttando il grande potenziale di competenze e tecnologie di cui Italia e Ue dispongono".
La nota positiva per l’Italia arriva dalla copertura in fibra ottica, elemento abilitatore per tutti i processi di digitalizzazione. L’Unione Europea ha di recente pubblicato il Digital Decade Report, che fotografa la situazione relativa al digitale nel continente (e da quest’anno sostituisce il precedente indice DESI). In base al documento, l’Italia ha finalmente quasi agganciato la media del continente per copertura FTTP (fibra fino agli edifici, 54% contro il 56% dei paesi Unione Europea).
"Open Fiber gioca un ruolo fondamentale nel processo di digitalizzazione dell’Italia. Il nostro core business è realizzare un’infrastruttura in fibra, ma ci occupiamo anche di innovazione per trovare soluzioni" ha dichiarato l’AD di Open Fiber Giuseppe Gola, intervenuto all’evento.
"A supportare il nostro lavoro nell’ambito del piano Italia 1 Giga – ha affermato Gola – abbiamo realizzato il Digital Twin. Laddove posiamo la rete in fibra facciamo un database con dati raccolti sul territorio, in una piattaforma che potrà essere utilizzata dalle PA locali, dai cittadini e da altri operatori per monitorare territorio, sviluppare servizi e coordinarsi per la manutenzione delle varie infrastrutture".
Grazie anche al piano Italia 1 Giga, per portare la connettività Gigabit nelle zone sprovviste entro il 2026, la disponibilità di fibra nel nostro Paese aumenterà ulteriormente: ma, ha avvertito lo stesso Gola, "bisogna anche che questa rete venga utilizzata, che non è soltanto un obiettivo di business per OF ma anche di competitività per il Paese. A oggi solo il 20% delle linee attive in Italia è in fibra ottica, mentre in Francia sono al 66% e in Spagna all’88%, e questo crea uno svantaggio competitivo. Si deve cominciare a parlare – ha concluso l’ad di Open Fiber –, con un orizzonte di lungo periodo, di spegnimento della vecchia rete in rame, a partire dalle aree in cui c’è maggiore concentrazione di fibra ottica, dove è già possibile attivare il servizio".