Mercoledì 4 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Da rifiuto a risorsa: la scarpa da corsa diventa piastrella

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UNA PALLINA da tennis, un paio di scarpe da corsa in fin di vita o la camera d’aria di una bicicletta, non devono più per forza essere gettate nell’indifferenziato, "Noi le prendiamo e le trasformiamo. Gli ridiamo nuova vita. Cosi diventano piastrelle per la pavimentazione antitrauma di parchi giochi e piste d’atletica", spiega Nicolas Meletiou, Managing Director della Eso Recycling, startup fondata nel 2018 nel Riminese. L’azienda si pone l’obiettivo singolare di ridare vita a rifiuti speciali, come materiali sportivi esausti, trasfromando gli scarti in gomma, in materia prima seconda (MPS) utilizzata per progetti ecosostenibili sul territorio. La filosofia portata avanti dalla società, si identifica pienamente nella consapevolezza che l’ambiente sia un bene prezioso da preservare. Da qui deriva la particolare attenzione per la sostenibilità, che è il motore propulsore di ogni loro progetto. Centrale è il concetto di economia circolare, ossia di reimmettere sul mercato nuovi prodotti derivanti da ciò che viene comunemente considerato un rifiuto.

Meletiou, come nasce l’idea di fondare Eso Recycling?

"E’ nato tutto come una sfida. Un amico maratoneta mi chiamò un giorno e mi disse ‘Ho 20 paia di scarpe da corsa, non voglio buttarle, altrimenti finiscono in discarica. Trovami tu una soluzione’. Così io e la mia prima moglie, Elisabetta Salvioni Meletiou, detta Betty, con la quale lavoravo già da alcuni anni, abbiamo iniziato a tagliuzzarle per poi assemblarne i pezzetti. Con quelli abbiamo realizzato dei tappettini di gomma. E a quel punto a lei è venuta un’inutizione: ‘Realizziamo dei parchi giochi’. Così nasce Esosport. Eso Recycling è stata creata nel 2018 proprio per sviluppare, implementare e rendere ancora più innovativo il progetto Esosport".

Come fate a trasformare una scarpa da corsa in una piastrella per pavimentazione anti trauma?

"Si separa innanzitutto la tomaia dalla suola delle scarpe. Avviene poi lo ‘scraping’ o trituratura della gomma, attraverso la quale si ottengono dei granuli. Questi diventano la Materia Prima Seconda con cui realizzare le piastrelle per la pavimentazione dei parchi giochi o delle piste d’atletica".

Come quelle utilizzate in una delle vostre iniziative, chiamata ‘I giardini di Betty’?

"Esatto. Betty, mia moglie, era malata di cancro da molti anni. Venuta a mancare, mi sono ripromesso di portare avanti il suo progetto dei parchi giochi, che ho poi chiamato ‘Il giardino di Betty’ (nella foto), in suo ricordo. Si tratta di un’attività solidale, senza scopo di luccro. Attualmente ne abbiamo aperti 27, l’ultimo nel quartiere Corviale di Roma. Vogliamo creare parchi nei quartieri italiani in cui non vi è per i bambini uno spazio di gioco o di convivialità. Uno scivolo, un’altalena, o una panchina, in cui stare, semplicemente, insieme".

Ci sono altri progetti a cui è affezionato?

"Sì certo. ‘La pista di Pietro’, un progetto che si affianca ai parchi giochi dedicati a Betty. In questo caso ci riferiamo a Pietro Mennea, campione olimpico dei 200 metri. Poco dopo l’avvio de ‘Il giardino di Betty’ ho conosciuto la vedova, Manuela Olivieri. Si è creato subito tra di noi un buon feeling e abbiamo deciso di dar vita alla prima ‘Pista di Pietro’, una pista d’atletica creata utilizzando come base per il fondo il materiale ottenuto dal riciclo di scarpe sportive, copertoni e camere d’aria esausti. La prima pista di Pietro è stata presentata nel 2019 al Foro Italico di Roma, in occasione della Giornata Europea per lo Sport. La ricordo come una giornata bellissima. C’erano tutti i ragazzi delle scuole che scorrazzavano sulla pista a tre corsie".

Se un cittadino volesse contribuire ai vostri progetti, facendovi reperire il proprio materiale sportivo esausto, come dovrebbe fare?

"Basta andare sul sito Esosport e visualizzare i punti di raccolta più vicini. Attualmente in quasi tutti i Decathlon è presente un nostro box raccolta nel quale lasciare i rifiuti sportivi. Abbiamo già all’attivo 300 punti di raccolta, ma intendiamo espanderci in altre città".

Avete intenzione di espandervi anche all’estero?

"Sì, l’intenzione c’è. Stiamo lavorando per allargarci anche in Germania e Austria. Ma abbiamo in mente tanti progetti da avviare anche in territorio nazionale, dove vogliamo aumentare il numero dei nostri impianti".

Come definirebbe con tre parole la sua azienda?

"Etica, perché realizziamo prodotti di qualità, muovendoci sempre nella totale lealtà. Solidale, perché attraverso i nostri progetti, vogliamo essere d’aiuto anche per gli altri. Costante, perché in un lavoro come questo, in cui spesso il sistema legislativo rema contro, bisogna avere la costanza e la fermezza di andare avanti, proprio come noi facciamo ogni giorno.