Martedì 16 Luglio 2024
ELENA COMELLI
Economia

Social network in crisi di mezza età. Chi vince e chi no nella sfida dei clic

Dopo il caso Musk, in calo anche Threads. Meta rilancia con una app per colmare il vuoto di Twitter

Social network in crisi di mezza età  Chi vince e chi no nella sfida dei clic

Social network in crisi di mezza età Chi vince e chi no nella sfida dei clic

Milano, 24 agosto 2023 – E se domani i social network sparissero? Elon Musk lo ha ammesso: "X potrebbe fallire". Da quando il super-imprenditore del tech ha acquistato Twitter, le cose non sono andate per niente bene. Secondo la società di servizi finanziari Fidelity, il social network vale oggi meno di 15 miliardi di dollari, a fronte dei 44 miliardi pagati da Musk meno di un anno fa. Sono ormai note le difficoltà finanziarie di Twitter sin dal cambio di proprietà. Lo stesso Musk aveva dichiarato 13 miliardi di debiti al suo arrivo, cercando poi di sistemare la situazione con decisioni che spesso non sono piaciute. Oggi Musk può contare su una nuova spalla: Linda Yaccarino è stata nominata Ceo al suo posto, nella speranza di risanare una situazione tendente al disastroso. Ma dopo migliaia di licenziamenti e svariati tentativi di recuperare l’investimento con mosse che hanno minato sempre di più la reputazione della piattaforma (come la messa in vendita della "spunta blu"), compreso il cambio del nome e del simbolo dal cinguettante Twitter all’inquietante "X" nera, è arrivata anche la notizia che – per un mero errore di distrazione – moltissimo materiale caricato fino al 2014 era sparito. Foto memorabili e dichiarazioni politiche fondamentali sono svanite per un click sbagliato.

Poi c’è stato un ripristino, ma l’inconveniente ha esasperato molti utenti. Il malfunzionamento è arrivato dopo le segnalazioni della scorsa settimana, secondo cui X rallenta l’accesso a altri siti di social media, tra cui le piattaforme di proprietà di Meta: Facebook, Threads e Instagram. Ritardo fino a cinque secondi anche per i collegamenti a siti di notizie come il New York Times e l’agenzia Reuters. Il punto è che la gestione Musk pare abbia allontanato gran parte degli inserzionisti pubblicitari. E in tutto questo si è infilato con un certo tempismo Mark Zuckerberg, che a luglio ha lanciato Threads. In meno di una settimana il nuovo clone di Twitter ha registrato 100 milioni di utenti, superando ogni record di iscrizioni, incluso ChatGPT, ma la nuova piattaforma ha subito un notevole contraccolpo dopo il suo lancio record.

A confermare il trend negativo sarebbe stato lo stesso Zuckerberg in una registrazione, recuperata da Reuters, in cui avrebbe ammesso che gli utenti attivi sull’app sono ad oggi meno della metà di 100 milioni. Zuckerberg ha commentato il calo definendolo fisiologico e ha dichiarato che per attrarre nuovi utenti verranno aggiunte funzionalità chiave alla nuova app, che ad oggi presenta numerosi problemi tecnici e non è ancora disponibile oltreoceano. Il Ceo di Meta ha anche riferito che i risultati finanziari nel secondo trimestre sono stati superiori alle aspettative, con un utile netto di 7,78 miliardi di dollari. Questo successo finanziario permette a Meta di non sentire ancora la necessità di monetizzare attraverso Threads, poiché i suoi social network consolidati come Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger possono fungere da traino. L’obiettivo ambizioso di Meta è quello di sfidare e superare Twitter nell’arena dei social network, ma non è affatto detto che ci riesca. La partita è aperta.