Giovedì 23 Gennaio 2025
JESSICA CASTAGLIUOLO
Economia

Snam, via al piano da 12,4 miliardi. Focus su sicurezza e transizione green

Stoccaggi di gas al 69%, contro la media europea del 60%. L’ad Venier: "Dobbiamo reggere gli choc energetici" .

Stefano Venier, amministratore delegato di Snam (a sinistra) e il Cfo Luca Passa

Stefano Venier, amministratore delegato di Snam (a sinistra) e il Cfo Luca Passa

Dipinge un sistema di approvvigionamento del gas ancora "fragile" Stefano Venier, ad di Snam, che ricorda l’importanza di diversificare, perché, attualmente, in Italia si dipende da Paesi come Azerbaijan, Algeria e Norvegia, che hanno già raggiunto il massimo delle loro capacità. "Bisogna guardare ad altre fonti rispetto a quelle tradizionali", insiste il manager in occasione della presentazione del Piano 2025-2029, a Milano. Intanto attualmente il riempimento degli stoccaggi, annuncia l’ad, è al 69%, una media più alta rispetto a quella europea, che si ferma al 60%. Si vedrà quanto inciderà il freddo sulla domanda, ma intanto "l’Italia è l’unico Paese in Europa che ha una quota strategica costituita nel tempo, di un ammontare pari a circa 4,5 miliardi di metri cubi", precisa.

Nel piano Snam mette sul piatto 12,4 miliardi fino al 2029, che salgono a 13,4 con gli investimenti pubblici, per investire in sicurezza e transizione energetica e raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Più nel dettaglio, l’azienda prevede di investire 10,9 miliardi sul potenziamento delle infrastrutture di trasporto e stoccaggio del Gnl (gas naturale liquefatto). "Il momento è cruciale per il settore energetico – ha detto Venier – Le crescenti incertezze e la volatilità dei prezzi richiedono sistemi resilienti in grado di resistere agli shock geopolitici e allo stesso tempo consentire la transizione verso il net zero in modo sostenibile per tutti".

Per quanto riguarda l’annunciato passo indietro dell’amministrazione Trump sulla transizione energetica e sui suoi impatti sull’Europa, Venier invita al pragmatismo: "L’annuncio dell’uscita dall’Accordo sul clima di Parigi, già fatto nel mandato precedente, non ha avuto l’effetto dirompente atteso, se non quello di responsabilizzare (forse troppo) gli altri Paesi". Questo per dire che "non ci sarà una marcia indietro sulla transizione, semmai una valutazione sulle giuste modalità".

Proprio alla transizione energetica il gruppo dedica, infatti, il resto degli investimenti: 1,5 miliardi, in aumento del 25% rispetto agli 1,2 miliardi del piano precedente. Tra i progetti nell’ambito, oltre all’avanzamento del South2 Corridor, la dorsale dell’idrogeno che collegherà il nord Africa con il cuore dell’Europa, 500 milioni (900 a lordo dei finanziamenti pubblici), saranno dedicati allo sviluppo del progetto Ravenna CCS, nato dalla collaborazione con Eni e mirato allo sviluppo della prima infrastruttura di cattura e stoccaggio di Co2 per decarbonizzare le industrie a forte impatto.

Per partecipare allo scorporo di Eni nel progetto Snam presenterà "un’offerta vincolante per la fine di febbraio", annuncia Venier, che aggiunge, "la ratio è di portare anche la nostra parte del progetto di Ravenna all’interno di un portafoglio più ampio di iniziative in Inghilterra e in Olanda". Per quanto riguarda i risultati finanziari attesi dal Piano, infine, la previsione è di una crescita annua dell’utile netto adjusted del 4,5%, con quello del 2025 che dovrebbe crescere del 10% rispetto alla guidance 2024, raggiungendo 1,35 miliardi di euro. Risultati che andranno anche a favore degli azionisti: il dividendo annuo del Gruppo sale del 4%, in crescita del 3% rispetto al Piano precedente.