Un piano "a prova di futuro" con 23 miliardi di investimenti entro il 2030 – 12 per l’adeguamento delle reti, il 70% dei quali per quelle dell’idrogeno – per trasformarsi da "società di infrastrutture del gas" a una "multicommodity delle infrastrutture energetiche green". Il piano è quello 2021-2025 presentato ieri da Snam col quale, ha spiegato l’ad Marco Alverà "acceleriamo l’evoluzione" del gruppo. Focalizzato su tre macro aree: trasporto, stoccaggio e nuovi progetti nell’idrogeno e nel biometano. E per i gas verdi ha un valore strategico l’acquisizione, annunciata nei giorni scorsi, da Eni del 49,9% dei gasdotti provenienti dall’Algeria per la creazione, con i lavori che partiranno nel 2025, di una "dorsale a idrogeno" che – adeguando 2.700 chilometri di rete esistente da Mazara del Vallo sino a Passo Gries e Tarvisio – collegherà il Nord Africa all’Europa attraverso il Mediterraneo, facendo dell’Italia, con 3 miliardi di investimenti, un vero e proprio hub dell’idrogeno entro il 2030. Un progetto che consentirà agli italiani di pagare meno la bollettq, mentre il caro-energia non va, per Alverà, confuso con la transizione ecologica ma è in parte dovuto alla volontà della Cina di sostituire il carbone con il gas.
Nel nuovo piano, che guarda alle emissioni "net zero" al 2040, sono previsti 8,1 miliardi di investimenti (700 milioni in più del precedente) entro il 2025, una crescita media annua del Mol tra il 6 l’8% al 2030, un utile netto 2022 in linea con il 2021 e poi in aumento del 3% medio annuo al 2025 e la crescita dei dividendi del 5% l’anno prossimo e poi del 2,5% medio sempre fino al 2025. Il dividendo 2021 dovrebbe essere invece di 26,2 cent con un acconto del 40% a gennaio. Il nuovo piano è stato accolto con un +1,05% in Borsa%.
Achille Perego