Roma, 25 agosto 2022 - Il primo settembre segna la deadline finale dello smart working modello pandemia. Entro pochi giorni scadrà la possibilità del lavoro agile come lo abbiamo conosciuto dal 2020 in avanti e si tornerà all’antico, alla versione della formula di lavoro a distanza come introdotta dalla legge del 2017, quella che richiede l’accordo individuale del lavoratore. Con la sola semplificazione burocratica relativa alla comunicazione, che potrà essere fatta (bontà loro) per tutti i dipendenti interessati e non con una trasmissione caso per caso.
Fine dello smart working formato Covid.
IL DECRETO AIUTI-BIS
Aapprovato a inizi agosto, ha eliminato, anche a dispetto delle proposte del ministro del lavoro, Andrea Orlando, la proroga del diritto al lavoro agile per fragili e genitori di minori di 14 anni: da quella data non è stato più possibile chiederlo e ottenerlo. Dal prossimo primo settembre, però, viene meno anche la possibilità per il datore di lavoro di ricorrere allo smart working in modo unilaterale. La novità era stata la principale leva, introdotta durante il lockdown, per fare in modo che le aziende potessero evitare la cassa integrazione per i dipendenti che potevano continuare a lavorare da casa. Dal 1° settembre si tornerà, insomma, alla legge 81 del 2017, che prevede l’obbligo dell’accordo individuale per disciplinare lo smart wworking, anche nel contesto di policy o accordi quadro a livello aziendale.
Le 5 cose da sapere sullo smart working dal 1 settembre / Pdf
COMUNICAZIONI IN VIA SEMPLIFICATA
Il decreto Semplificazioni, però, ha trasformato in regola strutturale quella che era stata introdotta durante la pandemia per consente agli uffici del personale di risparmiarsi l’invio di tutti gli accordi individuali. Dunque, dal primo settembre, anche con il ritorno al passato rimane, però, ferma la possibilità di comunicare solo gli estremi dei lavoratori interessati nella modalità "agile" senza dover trasmettere una copia dei singoli accordi individuali.
"Il decreto – spiega il Ministro del Lavoro – prevede che il datore comunichi in via telematica al ministero del lavoro i nominativi dei lavoratori e la data di inizio e di cessazione delle prestazioni di lavoro in modalità agile. Si tratta di una importante disposizione che rende strutturale la semplificazione del lavoro agile".
Il lavoro agile resterà nell’89% delle grandi aziende e nel 62% delle Pa
RITORNO IN UFFICIO IN MASSA
I lavoratori che non aderiranno all’accordo dovranno tornare a lavorare in presenza. Ma è da un anno almeno che la cosiddetta rivoluzione Smart Working è finita con un reflusso generalizzato verso il rientro in ufficio. Basti pensare che l’ultimo Rapporto Istat sulla diffusione del meccanismo ci ha ricordato come siamo rimasti boccati a una media del 13,6%, contro una media Ue del 20,6%. Senza contare che in Germania si sfiora il 25%, e in Francia si supera ampiamente il 30%.